Il regista ha presentato "Chi-Raq", il suo ultimo film in cui si denuncia l'uso delle armi negli Stati Uniti e la situazione critica di una città come Chicago
Alla Berlinale è arrivato finalmente il giorno di Spike Lee. Il regista statunitense, da sempre impegnato nella lotta civile per il riconoscimento dei diritti alla popolazione afroamericana, ha infatti presentato il suo ultimo film, Chi-raq.
Il gioco di parole è brillante, fa conoscere al mondo il neologismo americano che richiama la fusione tra la città di Chicago e l’Iraq coniato dei rapper del luogo. Il film infatti denuncia l’uso incontrollato delle armi e la mancanza di uguaglianza che affligge il Paese. La città dell’Illinois descritta come una zona di guerra, perché – come ricorda il regista in apertura della conferenza stampa “ogni giorno negli Stati uniti muoiono una media di 99 persone per colpa delle armi da fuoco”.
Spike Lee non ha alcun problema ad esporsi politicamente, è deciso a prendersi la responsabilità delle sue parole e dei suoi film e per questo ha anche approfittato dell’occasione per pronunciarsi riguardo le elezioni presidenziali che si terranno negli Stati Uniti nel novembre 2016.
Non stupisce il fatto che il regista di Fa’ la cosa giusta abbia assicurato il suo voto a Berine Sanders, uno dei candidati del partito democratico che sfiderà Donald Trump. Ciò che lo spaventa di più del candidato repubblicano è il fatto che potrebbe avere potere decisionale sulla questione del nucleare, cosa che si rivelerebbe estremamente pericolosa per l’umanità intera.
[Leggi anche: "Non è commedia, è satira" Spike Lee risponde alle critiche mosse a "Chi-raq"]
Chi-raq sfrutta i toni della commedia e del musical, ma in realtà Spike Lee ha tenuto a precisare che si tratta di satira per affrontare temi civili molto importanti, questioni che l’America è costretta ad affrontare a viso aperto. La vicenda è ispirata al testo della Lisistrata di Aristofane in cui si racconta di quando le donne ateniesi organizzano uno sciopero del sesso per chiedere ai loro mariti di abbandonare la Guerra del Peloponneso. Chicago non è in guerra, ma è comunque una città in cui gli scontri tra bande si verificano quotidianamente, in cui dall’inizio del 2016 sono già morte 90 persone a causa delle armi da fuoco, dati sottolineati anche da John Cusack, uno dei protagonisti del film che farà discutere l’America su un tema su cui non si può più tergiversare.
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