È di 145.000 € il fondo produttivo di Berlinale, World Cinema Fund: si divide quest'anno tra Thailandia, Nepal, Ghana e America Latina
I membri della giuria del World Cinema Fund (WCF), il fondo produttivo e distributivo ideato dalla Berlinale e supportato dal Governo Federale con Goethe Institute e Ministero degli Affari Esteri tedesco, hanno premiato quest'anno quattro tra le cinematografie meno in vista: Thailandia, Nepal, Ghana e America Latina. Quattro quindi i registi che hanno conquistato una somma tra i 30 e i 40 mila euro per il loro percorso produttivo.
L'hanno ottenuta, tra i 126 progetti presentati, primo tra tutti Cemetery of Kings di Apichatpong Weerasethakul (Thailand). Un bel rientro in Europa del regista thailandese che, dopo una smisurata quanto indipendente produzione filmica con la propria compagnia Kick the Machine, si è distinto di recente con Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti, Palma d'Oro 2010, ma che allo stesso Festival di Cannes ha lasciato diverse impronte sulla Croisette anche in anni precedenti. Apichatpong “Joe” è un nome della cinematografia e dell'arte visiva nazionale, per la capacità di sviluppare un linguaggio locale e veicolare all'esterno dei confini la visione Thai; tra i temi da lui trattati non poteva mancare lo tsunami.
Con lui, dal Nepal, Min Bahadur Bham e il suo Kalo Pothi: il regista era già passato per le mani dei talent scout tedeschi, una ragione in più per seguirne il nascere della sua opera prima. Felice quota rosa, Ghanense di nascita ma americana di adozione, Akosua Adoma Owusu è un'altra delle allieve del Talent Campus della Berlinale che offre al suo progetto Black Sunshine una cospicua fetta produttiva. Da sempre interessante il punto di vista che l'artista emigrata ma a tutt'oggi legata alla cultura di origine, sviluppa sia sulla questione femminile che quella africana. Ultimo a conquistare il production fund è in realtà una coppia, Alejandro Landes e Alexis Dos Santos che a dispetto dell'andamento del Mondiale, mettono felicemente insieme il Brasile e l'Argentina (in una produzione colombiana e argentina!) nel progetto Monos.
Un piccolo aiuto distributivo anche al Messico: The Amazing Catfish, diretto da Claudia Sainte-Luce. Questa opera prima viaggia da un anno per festival, dove ha strappato convincenti conferme da Locarno 2013, Mar de Plata e Toronto (FIPRESCI) giusto per citarne i più importanti: una storia che tratta il dramma dell'AIDS in una famiglia insolita che accetta di allargare i propri confini.
La ventesima edizione del fondo del Festival di Berlino arriva a garantire il 119esimo sostegno tra gli oltre duemila progetti presentati e supportanti cinematografie minori. Pare tra l'altro che per qualche strana ironia della sorte, siano diversi i progetti sostenuti dal WCF tedesco e poi premiati in seno al festival concorrente per antonomasia: giusto all'ultima edizione di Cannes, Lisandro Alonso ha vinto con Jauja il premio FIPRESCI, mentre Diego Lerman (Refugiado) è stato ospitato nel programma “Directors’ Fortnight”.
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