Molti film in programma alla Berlinale provengono dai territori arabi e raccontano zone di guerra e migrazioni forzate. In concorso anche "Fuocoammare" di Gianfranco Rosi
È il primo in ordine cronologico dei festival cinematografici più importanti sul territorio europeo ed è anche uno dei più attenti alle tematiche legate all'attualità e alle sorti delle popolazioni più in difficoltà.
Il programma ufficiale della Berlinale uscirà tra qualche giorno, ma nel frattempo sono stati resi noti i titoli che sarà possibile vedere nella capitale tedesca dall’11 al 21 febbraio.
La line up prevede 44 titoli, 34 dei quali saranno proiettati in anteprima mondiale. Il focus di questa sessantaseiesima edizione è dedicato alla regione araba, con molti titoli diretti da giovani registi provenienti dall’Egitto, dall’Arabia Saudita e da altri paesi della zona. Sarà un modo molto più utile e diretto di tanti altri di capire il passato e il presente di luoghi così complessi e affascinanti come lo sono i territori arabi. In Magical Substance Flows into Me, ad esempio, l’artista Jumana Manna racconta le diversità musicali che si possono incontrare nei territori palestinesi, mentre in Barakah Meets Barakah di Mahmoud Sabbagh si avrà uno sguardo umoristico su una storia d’amore ambientata in un paese come l’Arabia Saudita noto per essere uno di quei paesi in cui la condizione della donna è critica.
È triste che sia un dato di fatto, ma un argomento che va di pari passo con le storie ambientate in questi territori è anche quello della guerra. In Houses without Doors il siriano-armeno Avo Kaprealian racconta gli scontri per le strade di Aleppo e il destino del suo popolo.
Le migrazioni forzate, il “nuovo problema” di cui si è accorta l’Europa solo negli ultimi anni sarà al centro di altri titoli tra i quali figura anche un regista italiano.
La Berlinale, infatti, vedrà il ritorno di Gianfranco Rosi, già vincitore del Leone d'Oro a Venezia con il suo documentario Il sacro Gra. In Fuocoammare il regista si sposta più a sud e racconta l’isola, la popolazione e i migranti di Lampedusa.
[Leggi anche: Grandi classici al Festival di Berlino 2016]
Guardando ad un altro continente invece si segnala la presenza di due film messicani come Panamericana – ritratto di una fabbrica posta proprio sul confine – e Tempestad, storia di due donne che si ritrovano in un carcere controllato dai cartelli della droga.
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