"Grand Budapest Hotel" segna il quarto Oscar per la costumista di origine torinese Milena Canonero, particolarmente legata ora a Wes Anderson come a inizio carriera lo era a Stanley Kubrick, l'uomo che le aprì le porte che contano negli anni '70
Incredibile poker della maga dei costumi da set Milena Canonero: l'italiana porta a casa l'Oscar numero 4 della sua carriera grazie a Wes Anderson, che ha fatto esplodere con il tritolo gli Academy con quattro statuette con Grand Budapest Hotel, secondo nell'Olimpo della notte solo all'impareggiabile Birdman. Oltre ai costumi, il film di Anderson si è aggiudicato i premi per colonna sonora, trucco e scenografia, apparentemente riconoscimenti più tecnici, quindi minori, ma, in questo caso, dettagli fondamentali per un'opera curatissima nei particolari e di una ricchezza visiva, inquadratura per inquadratura, straordinaria.
La nostra Canonero aveva già trionfato in passato agli Oscar con discrete pellicole come Barry Lyndon, Momenti di gloria e Marie Antoinette, a fianco di autori di spessore come Kubrick e Sofia Coppola. J-Lo l'ha introdotta alla platea e l'artista ha ringraziato chi doveva con grande classe: "Grazie all’Academy e grazie Wes. Questo è per te, lo voglio condividere con te. Sei stato di grande ispirazione, sei come un direttore d’orchestra, sei un grande compositore, sei il nostro regista e sei stato il nostro ispiratore. Senza di te non avrei mai potuto farlo. Grazie di quello che hai fatto e per il risultato che hai permesso di ottenere a noi tutti".
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Torinese di nascita, la Canonero trovò la fama dopo il trasferimento a Londra e l'incontro con personaggi fondamentali per la sua carriera, che le spalancarono le porte del teatro e del cinema. Su tutti Stanley Kubrick, che la fece esordire con Arancia Meccanica. Oltre alle quattro vittorie, altre cinque volte l'artista di Torino è stata nominata nella sua categoria prediletta, precisamente con La mia Africa, Dick Tracy, Tucker, Titus e L'intrigo della collana.
Premi minori sono arrivati per Cotton Club di Coppola, I viceré di Roberto Faenza e Le avventure acquatiche di Steve Zissou di Anderson. La Canonero ha lavorato su molti altri titoli di spessore, come Solaris, Barfly, Shining, Miriam si sveglia a mezzanotte, Fuga di Mezzanotte, Wolfman e Il padrino - Parte III.
Non sempre si fa mente locale a chi sta dietro i costumi e sapere che in tutte queste produzioni, e non solo, c'è una sola mente forse aiuta a trovare punti di contatto tra le pellicole, come lo stile e l'eleganza. Basta pensare al fascino cool di Bowie e della Deneuve in Miriam si sveglia a mezzanotte, sublime film di Tony Scott, al taglio degli abiti di Cotton Club, film passato nel dimenticatoio non certo per colpa della Canonero, allo stile raffinato in L'intrigo della collana e, a suo modo, all'originalità superba della mise dei drughi in Arancia Meccanica.
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