La bella attrice spagnola, premiata al Taormina Film Festival, ha rifiutato l’etichetta di sex symbol sottolineando quanto il ruolo da protagonista in Lucia y el sexo e l’incontro con Pedro Almodovar siano stati determinanti nella sua carriera
Paz Vega è diventata in pochi anni una delle attrici più richieste del panorama cinematografico mondiale. L’attrice spagnola non si è infatti fermata in Spagna, e dopo il grande successo di Lucia y el sexo e i film con Pedro Almodovar è volata a Hollywood. Interpretare Lucia per un’attrice giovane è stata una prova di coraggio così come lo stile di vita del personaggio che interpreta, ma è così anche nella vita? “Qualche volta. Nei momenti più importanti della mia vita sono sicuramente piena di coraggio. Non mi piace scegliere la via facile. È vero, fare quel film è stato un atto di coraggio. Quando mi proposero la sceneggiatura stavo facendo un programma televisivo e leggendo il copione, da una parte ho pensato che fosse bellissimo e una stupenda opportunità e dall’altra a come avrebbero reagito mio padre e mia madre. Alla fine ho deciso di fidarmi del regista perché se volevo veramente fare questo lavoro avrei dovuto essere aperta”. Con un po’ di imbarazzo Paz Vega ha ricordato il momento in cui i suoi genitori hanno visto il film. “Non appena mio padre ha visto delle scene spinte, si è diretto verso la porta e ha detto che non avrebbe visto il film. Mia madre invece l’ha visto e l’ha trovato molto bello”. Ma non chiamatela sex symbol. “Un’attrice può interpretare diversi tipi di donna. Questo è il mio compito, non essere un sex symbol. Le donne che ho interpretato vivono la loro vita sessuale in modo libero. Etichettarle è troppo semplice. Come donna lo prendo come un complimento però non mi interessa esserlo”.
Un’interprete europea, Paz Vega, che ha lavorato con Pedro Almodovar (Parla con lei, Gli Amanti Passeggeri) ma anche in Italia, con i fratelli Taviani (La Masseria delle Allodole) e Michele Placido (Vallanzasca – Gli angeli del male). “Almodovar è geniale. Assistere al suo processo creativo è un’esperienza meravigliosa. Sul set è molto divertente. Pensa in continuazione e improvvisa. Poi lo adoro perché gli piace interpretare tutti i personaggi e vederlo recitare come lui vorrebbe che tu recitassi è fantastico”. Eppure il rapporto con i registi non è sempre stato così semplice. “Sono molto flessibile e mi adatto al carattere del regista. Alcuni sono molto specifici. Altri ti danno più libertà. Mi piace lavorare con tutti ma ho avuto anche due brutte esperienze con due registi spagnoli. Uno era molto prepotente e non ascoltava la mia opinione. Io credo invece che i registi debbano ascoltare i loro attori. Un altro mi ha infastidita perché mi richiese di spogliarmi contrariamente a quanto scritto sulla sceneggiatura”.
In Spagna Paz Vega è diventata molto popolare anche grazie al successo della sitcom televisiva 7 vidas. “Era un mix perfetto tra tv e teatro. L’hanno definita la Friends spagnola, poiché in effetti la serie americana era il nostro modello. Avevamo uno straordinario team di sceneggiatori e tutti gli attori erano dei grandi commedianti. Una bellissima esperienza che mi dava l’opportunità di sperimentare cose diverse ogni settimana”. Un’esperienza altrettanto bella è stata quella di lavorare con Michele Placido. “È un regista incredibile perché è prima di tutto un attore straordinario. Non conoscevo la storia di Vallanzasca ma mi sono documentata e quando l’ho conosciuto sul set non mi pareva possibile che una persona così gradevole avesse commesso tanti crimini. Kim Rossi Stuart è bravissimo, è completamente coinvolto nella storia del personaggio che interpreta. È sempre concentrato sul lavoro e in ogni scena è semplicemente perfetto. Sono sicura che Vallanzasca abbia potuto riconoscere se stesso in lui".
Dopo la breve parentesi italiana, Paz Vega ha deciso di trasferirsi con la sua famiglia ad Hollywood. “Non avrei mai immaginato di potermi trasferire in America perché non parlavo inglese e avevo una carriera avviata in Spagna. Ma dopo Spanglish ho fatto un altro film con Morgan Freeman, ho cominciato a imparare l’inglese e ho avuto più opportunità a Hollywood che non in Spagna. Così io e mio marito abbiamo deciso di trasferirci anche perché ero incinta e non potevo fare sempre avanti e indietro. Ora sono felice di aver preso quella decisione”. Recentemente l’abbiamo potuta ammirare sul grande schermo in Grace di Monaco di Olivier Dahan nei panni di Maria Callas. “È ovviamente un’icona, una leggenda. Il mio è un piccolo ruolo ma lo volevo fare. La maggiore difficoltà era trasmettere in poche scene il suo spirito e la sua energia. Io ero una sua grande fan e quindi il regista ha chiesto a me di scegliere cosa cantare. La mia canzone preferita è ‘O mio bambino caro’ e per riuscire a cantarla ho fatto un breve corso accelerato di musica lirica”.
E pensare che era destinata a diventare una giornalista. “Ho fatto finta di studiare Giornalismo per continuare a fare l’attrice. L’ho studiato per due anni per accontentare la mia famiglia ma non mi piaceva. Scelsi quel corso solo perché vicino l’università c’era la scuola di recitazione. Poi mi sono detta che non era quello che volevo fare nella vita. Ho smesso di studiare e mi sono trasferita a Madrid per provare a fare l’attrice”. Con una sorella ballerina professionista e cantante di flamenco, un padre torero, Paz Vega ha respirato l’arte fin da bambina. “Sono cresciuta a Siviglia in un quartiere speciale, tipicamente andaluso. Da giovane ero un po' incosciente. Sono cresciuta in un clima d’arte che mi ha aiutata a crescere come artista. Amavo guardare mio padre che mi portava sempre con lui. I suoi spettacoli erano qualcosa di bello e di emozionante da guardare". Presto la rivedremo sul grande schermo. “Ho ricevuto diverse offerte dall’Italia ma dovrò rifiutare perché sono impegnata nelle riprese di Carlo V con Adrien Brody dove interpreto Maria d’Ungheria. Poi mi vedrete in un biopic dedicato a Paolo Coelho, scrittore molto amato in tutto il mondo”.
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