Glaad, l'organizzazione no-profit per l'attivismo gay e lesbo, sta chiedendo a gran voce l'arrivo di personaggi non eterosessuali nei blockbuster di massa quali "Star Wars" e i cinecomic targati Marvel
Glaad, l'organizzazione no-profit per l'attivismo gay e lesbo, sta chiedendo a gran voce l'arrivo di personaggi non eterosessuali nei blockbuster di massa quali Star Wars e i cinecomic targati Marvel. Un segno di cambiamento per meglio rappresentare la varietà della società odierna: in fondo, il Millenium Falcon ha già attraversato gli universi più disparati incontrando le creature più diverse... quindi perché non un alieno gay? E, senza fermarci qui, perché non mettere in scena un supereroe dichiaratamente omo, una spia lesbica in Mission: Impossible o un personaggio animato trans? Non solo una cosa simile potrebbe iniettare una ventata di freschezza in questi franchise, ma anche servire da veicolo per lanciare un messaggio di solidarietà.
E d'altronde, tutti gli altri ambiti dello spettacolo (dalla musica alla tv) sono già densi di rappresentanti GLBT, e a rimanere fuori è ormai solo il cinema commerciale. Cosa si nasconde dietro questo motivo? Secondo Variety, in verità Hollywood non sarebbe omofoba, anzi, molte persone che lavorano nell'industria sono gay, e vorrebbero davvero fare di più sotto questo ambito. Il problema, però, riguarda il marketing all'estero: un blockbuster ha paura di mettere dei personaggi queer per il fatto che rischierebbe di essere boicottato in importantissimi mercati quali la Russia o la Cina, paesi in cui la discriminazione sessuale è ancora così forte e incontrollabile. Proprio per questo, però, Glaad ritiene che l'industria debba osare ancora di più: perché stare zitti in nome del mercato quando a Mosca picchiano gli omosessuali per strada?
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Noi sentiamo che qualcosa di vago si stia muovendo (lo stesso J.J. Abrams ha precedentemente annunciato che nel futuro di Star Wars potrebbero davvero essere in arrivo dei personaggi LGBT), ma la strada è ancora lunga/lunghissima. Per ora, non ci rimane che aspettare, sperando in un domani in cui anche il lato più mainstream del cinema possa davvero aprirsi alla contemporaneità senza il minimo tremore. Il coraggio, lo promettiamo, sarà premiato.
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