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Autore Pierre Hombrebueno :: 30 Novembre 2015

Quasi 40 anni dopo l'apertura del suo caso di stupro, Roman Polanski potrà finalmente tornare nella sua casa natale in Polonia: il tribunale locale, infatti, ha deciso di non seguire la richiesta di estradizione da parte degli States

Roman Polanski

Il caso è noto a tutti i cinefili: una notte del famigerato 1977, Roman Polanski fu accusato di "violenza sessuale con l'ausilio di sostanze stupefacenti" nei confronti di Samathan Geimer, all'epoca tredicenne. Il regista, per evitare il carcere, fuggì dagli Stati Uniti a Parigi, senza mai più metter piede in America o negli altri territori in cui può essere estradato.

Questo non gli ha comunque impedito svariati arresti: nel 2009, il nostro fu preso all'aeroporto di Zurigo, e liberato solamente dopo un paio di mesi a seguito delle lamentele di un gruppo di artisti compreso Isabelle Adjani, Paul Auster, Louis Garrel, Isabelle Huppert, Milan Kundera, Bernard-Henri Lévy, Salman Rushdie, Jean-Pierre Thiollet ed Elsa Zylberstein. Insomma, il caso è ancora bello aperto, e Polanski continua a non sapere bene quali nazioni potrebbe attraversare e quali no. 

Ora, però, ecco una bella notizia: quasi 40 anni dopo l'apertura del caso, il nostro potrà finalmente tornare nella sua casa natale in Polonia: il tribunale locale, infatti, ha deciso di non seguire la richiesta di estradizione da parte degli States. Dichiara Jan Olszewski, uno degli avvocati di Polanski: “Parlando per lui, posso dire che proviamo un grande sollievo che questo caso sia finalmente finito. E questo significa che sarà possibile, per Polanski, tornare in Polonia per girare un film”. 

[Leggi anche: Polanski alle prese con l'ennesima udienza per l'estradizione richiesta dagli USA]

Ricordiamo che l'ultima pellicola dell'autore risale al 2013, anno di Venere in pelliccia, con Emmanuelle Seigner e Mathieu Amalric. Presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes, il film ottenne svariati premi, dal Cesar come Miglior Regista a un riconoscimento speciale del Festival di Amburgo, passando per un Lumière come Miglior Sceneggiatura e una nomina ai David di Donatello. 

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