In occasione del Film Society of Lincoln Center, il celebre regista Paul Verhoeven ha parlato del remake di "Starship Troopers", criticando aspramente l'idea. Scoprite con noi tutti i dettagli
Una settimana dopo la vittoria presidenziale di Trump, il celebre regista Paul Verhoeven ha partecipato al Film Society of Lincoln Center, dove ha presentato Starship Troopers, famosa pellicola del 1997 che narrava una società americana del futuro distopico con molti riferimenti e parodie del Nazismo. Un'occasione di dibattito da non perdere, dunque, per il provocatorio regista di 77 anni, che il Festival onora in questi mesi.
Alla domanda su cosa pensasse dell'idea di reboot della pellicola, prodotto da Sony, ecco cosa ha risposto Verhoeven, senza mezzi termini: "I remake hollywoodiani ed i sequel di celebri film, tra cui Robocop, Basic Instinct, Total Recall, falliscono perché non creano una propria identità e mancano di satira, ironia, sarcasmo e leggerezza. Ho letto, in un articolo, che i produttori del reboot vogliono avvicinarsi, il più possibile, al romanzo di partenza. Noi, ovviamente, abbiamo cercato in tutti i modi di distaccarci da quest'ultimo perché si trattava di un racconto fascista e militaristico. A pensarci bene, potrebbe trattarsi di un ottimo materiale che ben si adatterebbe all'attuale presidenza di Trump".
L'idea alla base della pellicola, secondo il regista, era quella di una storia dal doppio volto: da un lato, dunque, la seduzione del pubblico su questa tematica, dall'altro far capire loro che quello che stavano ammirando fosse davvero malvagio. La pellicola fu fortemente criticata, nel '97, ed in molti accusarono Paul di tendenze naziste che, ovviamente, erano del tutto infondate.
Il regista ha poi spiegato che l'unica ragione per cui riuscirono a realizzare la pellicola, era la catastrofica situazione della Sony, che stava cambiando leader ogni tre mesi ed aveva problemi economici. Non c'era tempo, dunque, per dibattere sulla produzione, nemmeno quando ho inserito delle bandiere naziste, ovviamente di colore diverso.
Paul ha poi paragonato il regime nazista di Hitler all'attuale situazione politica, generando un po' di scompiglio in sala. Ecco cosa ha detto per aggiustare il tiro: "Penso di aver detto qualcosa di terribile. Ovviamente non viviamo nella stessa epoca. Non accadrà nulla in America come quello che successe in Germania nel 1933 e 1934".
In conclusione dell'intervista, il regista ha citato Friendly Fascism, un controverso libro degli anni '80, che parlava dei trend politici negli Stati Uniti, e della possibilità di un governo totalitario.
Categorie generali:
Altri articoli che possono interessarti
Per condividere o scaricare questo video: TV Animalista
Facebook Comments Box