The Congress è il nuovo film di Ari Folman, ispirato al romanzo Il Congresso di Futurologia dello scrittore sci-fi Stanislaw Lem che, con lungimiranza avanguardista, negli anni ’70 preannunciò il dominio dittatoriale della case farmaceutiche
The Congress è il nuovo film di Ari Folman, ispirato al romanzo Il Congresso di Futurologia dello scrittore sci-fi Stanislaw Lem che, con lungimiranza avanguardista, negli anni ’70 preannunciò il dominio dittatoriale della case farmaceutiche.
The Congress narra la storia di Robin Wright (che interpreta se stessa), madre di due figli di cui uno quasi disabile e attrice da tempo in attesa di un contratto a causa di scelte sbagliate prese per la sua carriera. Il suo agente (Harvey Keitel) le fa ottenere un incontro con Jeff (Danny Huston) un dirigente senza scrupoli della Miramount (mix geniale tra Miramax e Paramount) che le propone un contratto di 20 anni consistente in una scansione di se stessa che servirà a creare tante Robin da utilizzare, a proprio piacimento, in qualsiasi tipo di film, anche quelli di serie B che lei ha sempre rifiutato. La promessa che le fa lo Studio è che il suo avatar rimarrà giovane per l’eternità. In cambio, Robin riceverà un’ingente somma di denaro. 20 anni dopo, quell’invenzione ha preso piede e tutti vogliono alterare la propria percezione di vita assumendo una sostanza allucinogena che fa credere di essere dei cartoni animati. Robin viene invitata al Congresso per il Futuro organizzato dalla Miramount in cui verrà rivelata una notizia che causerà una rivoluzione.
Dopo Valzer con Bashir, il regista israeliano torna a utilizzare l’animazione con un livello narrativo che si fatica a seguire se ci si approccia con un atteggiamento logico deduttivo. The Congress è un chiaro invito ad abbandonarsi, affidandosi alla propria sensibilità e fantasia e qui aiuta anche il supporto sonoro di grande respiro emotivo grazie al talentuoso compositore Max Richter. Solo così è possibile comprendere un film che, a primo impatto, sembra poco comprensibile.
Il film ha almeno tre livelli narrativi: uno è quello relativo alla nostalgia connessa al cinema tradizionale che pian piano sta scomparendo per via dell’era della digitalizzazione, tra 3D, GC e green screen che stanno invadendo sempre più i film. L’altro riguarda l’affascinante quanto terrificante visione di un mondo futurista e distopico in cui tutti, per essere felici, sniffano da fialette il cui effetto è la proiezione alterata di se stessi. Un altro ancora è quello relativo al rapporto madre-figlio. Un legame forte, tanto tragico quanto profondo che nel finale dà vita a visioni e sogni difficili da districare dalla realtà.
Il binomio tecnologia/chimica è dispoticamente palese: a plasmare le proprie emozioni sono le case farmaceutiche, nel caso del libro e lo studio cinematografico nel caso del film, il cui elemento comune è il potere di controllare le menti degli uomini attraverso dei bisogni indotti.
Da ricordare gli svariati camei di personaggi che divertono incuriosendo lo spettatore come Tom Cruise, Grace Jones, Frida, e ancora Gesù, Yoko Ono, Michael Jackson, la regina Elisabetta, Hitler e tanti altri.
The Congress, un ideale mash-up tra The Wall di Alan Parker e Alice nel paese delle meraviglie, mescolando live action e animazione, è un film allucinante ed emozionale. Ma soprattutto dotato di una visione sempre originale e mai standardizzata.
Voto della redazione:
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