Recensione di Joker - Wild Card | Ammaliante crime story con un eccellente Jason Statham
Davvero divertente ed anche abbastanza ammaliante, Wild Card, titolo originale per Joker, firmato da Simon West, regista di gran mestiere. Abbiamo tuttavia l’impressione che la sua filmografia viri verso altri lidi rispetto al puro action movie
Davvero divertente ed anche abbastanza ammaliante, Wild Card, titolo originale per questo Joker, firmato da Simon West, regista di gran mestiere. Abbiamo tuttavia l’impressione che la sua filmografia viri verso altri lidi rispetto al puro action movie. Per cui scordatevi un po’ I mercenari 2 e Con Air ai quali si accenna nella locandina. Ci si chiede, in effetti, se i distributori dei film guardino sempre i film che distribuiscono… perché Wild Card è un film che guarda più alla produzione indipendente che mainstream. Tuttavia l’atmosfera delle location di Las Vegas, anche se il film è stato girato a New Orleans, ricorda tanto film ambientati nella città dell’azzardo come Bugsy o Casinò. Wild Card si ispira al romanzo di William Goldman, “Calore”, del 1985. Goldman è famoso per “Tutti gli uomini del presidente” sullo scandalo Watergate, poi diventato film con protagonista Robert Redford. Da considerare il fatto che Wild Card è anche il remake della precedente trasposizione del romanzo, vale a dire Heat, del 1986, diretto da Dick Richards, con Burt Reynolds. Per chi non l’ha visto vale la pena andare a recuperarlo. Quel film ebbe una serie di traversie produttive tra avvicendamenti di regia - doveva addirittura esser Robert Altman a dirigerlo - e conflitti tra regista e protagonista principale. Alla fine dovette intervenire la Director Guild per stabilire di chi fosse il film come regia: si decise che a Richards spettasse il 41% delle responsabilità contro il 31% dell’altro director, vale a dire Jerry Jameson. Richards rinnegò comunque il film.
Simon West è inglese e ha cominciato la sua carriera come montatore per la BBC, dirigendo poi documentari e commercials. Ricordiamo il suo debutto nel 1997 con Con Air, che vedeva un cast davvero tosto con Nicolas Cage, John Cusack e John Malkovich in formissima. Fu uno dei film della scintillante produzione di Jerry Bruckmeier, che caratterizzò buona parte degli anni novanta per quanto riguarda il genere action (soprattutto con alla regia Michael Bay).
Però dopo il fiasco di Stolen del 2012 (il film incassò praticamente una cifra ridicola rispetto al budget) e il successo di I mercenari 2, West sembra un po’ allontanarsi da personaggi poco più che cartapesta. Il Nick Wild (Jason Statham) di Joker ha una complessità psicologica di sicuro più incandescente di altri personaggi nei suoi film precedenti. Wild è un giocatore compulsivo che per sbarcare il lunario organizza delle pantomime per alcuni clienti. Spassosissima la prima scena in cui Wild fa la parte di un perdente di fronte a un cliente che ha portato la sua fidanzata proprio allo scopo di riaccendere la fiducia nell’amante. Questa prima scena è abbastanza lunga e composta in modo da far scivolare la prima mezz’ora del film in un territorio abbastanza misterioso, laddove non si hanno tanti punti di riferimento. La sorpresa, l’imprevedibilità della storia giocano a favore del film. Mentre passano i minuti si vuole stabilire innanzi tutto una preziosa empatia tra lo spettatore e questo personaggio, che da una parte ci appare invulneravile, dopo che abbiamo appreso come riesce a difendersi, utilizzando le più sofisticate arti e tecniche di lotta, dall’altro lato le sue debolezze e vulnerabilità. Naturalmente Jason Statham appare insostituibile e si candida quale uno degli attori più interessanti della Hollywood di oggi.
La seconda parte del film scivola via più prevedibile su binari più noti. Va bene la scena di revenge, ripetuta un paio di volte, per allungare anche i tempi. Il confronto tra Nick Wild e il giovanissimo boss DeMarco (Milo Ventimiglia) nel quale fa da ago della bilancia il sempre abilissimo Stanley Tucci nei panni di Baby, risulta un po’ stiracchiato.
Joker - Wild Card rimane un film al cento per cento gradevole e con quel po’ di curiosità e mistero che non guasta. Promosso.
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Voto della redazione:
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