“È il loro pianeta ... siamo noi gli alieni.” “Il terrore è lo stesso su qualsiasi pianeta” “Dimentica le regole. Abbandona le tue paure. Salva la tua anima.” Frasi di lancio originali del film
“È il loro pianeta ... siamo noi gli alieni.”
“Il terrore è lo stesso su qualsiasi pianeta”
“Dimentica le regole. Abbandona le tue paure. Salva la tua anima.”
Frasi di lancio originali del film
“Fantasmi da Marte” è l’unico film di Carpenter che non ho visto nei cinema italiani, all’epoca dell’uscita, il 7 settembre 2001, il week-end prima dell’11/9. Lo vidi la prima volta solo alcuni mesi dopo, nel marzo 2002, in occasione della prima uscita del dvd Columbia Tristar in SuperJewelBox, e mi piacque subito molto. E’ forse anche l’unico film di Carpenter che avevo visto una volta soltanto, solo perché non ripubblicato in nuove edizioni in Blu-ray, e con nuovi contenuti extra. Quindici anni dopo, rivisto per la prima volta, mi è piaciuto anche di più che in quella lontana e oramai sbiadita, visione. “Ghosts of Mars” resta come ogni film di Carpenter inalterato nella sua sostanza, che è quella di un conglomerato dei film di Carpenter, realizzati prima di esso. Fin dall’inizio, abbiamo una squadra militare di protagonisti, in quali fondamentalmente sono dei cacciatori di taglie, tutti e abbigliati in quello stile post-moderno e un po’ “cyber-punk” che sembra provenire direttamente da “1997: Fuga da New York”. E come per ogni film che Carpenter ha diretto, anche in “Ghost of Mars” lo stile è unico e inconfondibile, lo riconosci più che mai da ogni singola inquadratura, sia per la maestria nel comporre sempre sequenze fortemente claustrofobiche, ma al contempo sfruttando a pieno il formato panoramico del Panavision che gli è caro per la sua massima “spazialità” offerta di visione; questo è stato appunto da sempre il suo inconfondibile e impareggiabile stile, a partire almeno da “Distretto 13: Le Brigate della Morte” (1976), passando per “Halloween- La Notte delle Streghe”(1978), “Fog”(1979), e “Christine- La Macchina infernale”(1983). Sempre presente e mai tradito, anche nell’ambito dell’unica vera commedia e di alto livello, che Carpenter ha diretto negli anni ’80, ovvero “Grosso Guaio a Chinatown”(Big Trouble in Little China)(1986), come lo spirito ironico che lo contraddistingue(sentire per credere il commento –di Keith David nella versione originale- che apre il film, e poi altre estratte: "Soldi da spendere, puttane da scopare, e droghe da prendere", "Forse ho io quello che tu stai cercando, già pronto e duro il doppio", "Senti, mettiamola così, se tu fossi l’ultimo uomo sulla terra verrei con te. Ma non siamo, sulla terra "- proprio così). Tutto qui, pezzo per pezzo dell'anima di Carpenter e delle sue pratiche più riconoscibili. Non si può fare a meno di pensare che esso sia stato pensato divertendosi sornionamente, sotto i baffi.
La storia non è troppo complessa, anche se pone i nostri protagonisti, in una cornice che era stata utilizzata precedentemente, e a ridosso nel cinema di quel periodo, da “Mission to Mars”(2000) di Brian De Palma, e “Red Planet- Pianeta Rosso”(2000) di Antony Hoffman: il che uscendo temporalmente per ultimo, era già un bel rischio e una sfida, al botteghino. Questa selezionata “sporca dozzina”, viene spedita a Shining Canyon, una piccola cittadina mineraria, per recuperare dalla locale prigione James “Desolazione” Williams (Ice Cube), uno dei criminali più ricercati su Marte, il quale è rimasto lì bloccato in attesa del trasferimento. Naturalmente, niente va come previsto, e quando arriva, la squadra si rende subito conto che tutta la città è stata trasformata in un campo di battaglia imbevuto nel sangue. Chi sta dietro a tutto questo? Beh, la metà dei minatori, che sono stati tutti posseduti da un’entità aliena atavica e veramente cattiva, naturalmente.
L’azione si svolge rapidamente e ci sono molti momenti fantastici e irresistibili, non solamente per i carpenteriani più “D.O.C.”. Diverse idee introdotte nel film e che sono veramente selvagge, come l'uso di droghe da parte del tenente Melanie Ballard (Natasha Henstridge), che entrano in gioco effettivamente, ma i progressi lesbici del comandante Helena Braddock (Pam Grier) non sono mai veramente esplorati, e forse può sembrare un po’ strano. Questi piccoli tocchi di commedia funzionano essenzialmente bene, visto che come sempre nel cinema di Carpenter, abbiamo comunque al centro gli esseri umani, che non sono tutti fatti della stessa stoffa, e prendono tra di loro decisioni ben diverse. Penso che questo sia uno dei punti centrali nell’universo carpenteriano e ovviamente anche in questo film lo è, a volte le idiosincrasie possono funzionare davvero bene in un quadro, e “Fantasmi da Marte” è uno di quei casi.
Gli effetti speciali sono assolutamente di prim'ordine. Kurtzman, Nicotero & Berger, allora ancora insieme, svolsero un eccellente lavoro nella costruzione di volti rovinati e orribili e realizzando alcune sequenze veramente inquietanti. Ci sono diversi momenti gore di arti amputati, ma soprattutto teste decapitate tra le più realistiche mai viste sullo schermo-soprattutto col senno di poi delle decapitazioni vere compiute dall’ISIS e condivise mediaticamente in tutto il mondo come osceno spettacolo-, e una volta che la valanga dei posseduti dallo spirito maligno marziano arriva davvero nella “ghost town”, attorno a metà film, beh, diavolo, da lì è tutto un massacro. Secchiate di sangue, ma dato lo stile che contraddistingue il cinema di Carpenter, senza mai risultare stucchevole.
Il cast è centrato. Tutti abbracciano i loro ruoli, siano essi stupidi o d’azione e senza quasi nemmeno una battuta, senza dispiaceri. Henstridge va da sé, riempie da sola qualsiasi obiettivo (seppure con un monologo un po’ dozzinale nell’ultima parte del film, in pre-finale prima dell’esplosione della rivolta), così come Pam Grier, che sembra apprezzare il suo ruolo alla Snake Plissken. Jason Statham fa lo sparatutto machista, e sembra abbastanza credibile soprattutto nella sua frettolosa e inaspettata uccisione, Ice Cube checchè se ne dica per il suo fisico non propriamente senza nemmeno un filo di grasso, e il suo aver rinnegato la propria partecipazione al film, anni dopo, ha impersonato con il suo James “Desolazione” Williams (che originariamente doveva essere di Jason Statham, allora non ancora abbastanza famoso, e per questo ricusato dalla produzione), un ruolo che può rientrare pienamente nel Pantheon carpenteriano dei suoi grandi “anti-eroi” Snake Plissken, Napoleone Wilson, R.J. MacReady, ecc., e risultando più versatile come attore, di quanto io abbia mai creduto. Tutto sommato, il cast di “Fantasmi da Marte” è davvero un forte ensemble, che si fa carico del perfetto equilibrio tra azione, spirito indomitamente sardonico, e orrore, del film. Per tutti i detrattori -anche fra i carpenteriani-, che la sua ultima pellicola per oltre dieci anni ha avuto, non si si può che esortarli a riguardarlo adesso, a sedici anni di distanza dalla sua distribuzione nelle sale. Nel film c’è davvero l’essenza dello spirito cinematografico di Carpenter, e nemmeno tanto sottotraccia, anche il suo evidente commiato da un cinema che non gli apparteneva già più quale quello del 2001, e in cui non poteva più trovare spazio commerciale. E a differenza di esso, anche questo suo penultimo film sembra davvero migliorare col tempo che passa. Fate attenzione ai numerosi tributi ai lavori precedenti di John, e tenete le orecchie aperte per un nuovo grandioso score da lui come sempre composto, qui con la collaborazione di gente come Steve Vai, Buckethead, Anthrax, ecc. E non so se mi spiego.
Sitges - Festival Internazionale del Cinema di Catalogna 2001
Nominato al
Miglior Film John Carpenter
Carpenter rivelò che dopo questo film a Hollywood si era bruciato, prendendo così la decisione di lasciare il cinema. Sarebbero passati nove anni prima di realizzare un altro lungometraggio, che fu “The Ward - Il reparto” (2010).
Jason Statham venne originariamente ingaggiato per interpretare James "Desolazione" Williams, ma fu sostituito da Ice Cube poiché la produzione voleva uno maggiormente famoso.
Girato interamente di notte.
Natasha Henstridge sostituì Courtney Love (la scelta originale) all'ultimo minuto. La Love abbandonò il progetto dopo che l'ex moglie del suo fidanzato gli schiacciò un piede passandoci sopra con la macchina. Furono allora brevemente considerate Michelle Yeoh, Franka Potente e Famke Janssen. La Henstridge fu suggerita dal suo fidanzato Liam Waite, e fu in grado di partecipare al cast solo una settimana prima delle riprese. L'attrice ha trovato l'esperienza molto cupa, a causa della natura fisica del suo ruolo e delle difficili condizioni di lavoro.
Originariamente intitolato "Escape from Mars", nell’iniziale concepimento come sequel di “Fuga da Los Angeles” (1996) con Kurt Russell ancora nel ruolo di Snake Plissken, prima di modificare la sceneggiatura, a causa del fallimento al box office, del film.
Gran parte delle riprese hanno avuto luogo in una miniera di gesso ad Albuquerque, New Mexico. Il gesso, quasi bianco candido, è stato spruzzato con un colorante alimentare e biodegradabile rosso, per dare l'aspetto di un paesaggio marziano.
Questo film contiene il primo bacio sullo schermo di Jason Statham.
Le protesi che indossa il principale cattivo erano troppo grandi per la sua bocca e facevano così fare alla maggior parte dei "fantasmi" solamente la vocale “a”.
In un'intervista del 2006, Ice Cube lo ha citato come il film peggiore in cui è apparso, definendolo “una sorpresa negativa per molti motivi. John Carpenter poi ha lasciato degli effetti speciali che sarebbero stati bene in un film del 1979 ".
La lavorazione dovette interrompersi per una settimana, quando Natasha Henstridge si ammalò a causa di un estremo esaurimento (aveva appena fatto altri due film in back-to-back prima di entrare all'ultimo momento anche in questa produzione).
Per la partitura del film, il produttore musicale Bruce Robb portò la famosa band di heavy metal Anthrax, a suonare per Carpenter, che lo aveva originariamente filmato ascoltando i Metallica. La colonna sonora del film è interamente originale ed è stata registrata da Robb presso i suoi Cherokee Studios a Hollywood. Il DVD del film offre un bonus con le riprese del dietro le quinte in studio con i musicisti, Carpenter e Robb.
Il film si svolge nel 2176.
Il narratore del trailer è Keith David.
Per la colonna sonora del film, Carpenter invitò vari musicisti rock a contribuire a migliorare la propria colonna sonora. Essi comprendevano i membri degli Anthrax, Steve Vai, e i chitarristi dei Guns N 'Roses Buckethead e Robin Finck, più Elliot Easton (ex The Cars).
Il film è considerato un remake futuristico di “Distretto 13: le brigate della morte” (1976).
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