Recensione di Life After Beth: L'esordio di Jeff Baena, presentato al Torino Film Festival 2014, è un film incerto, sciapo e pasticciato che spreca il giovane talento Dane DeHaan, qui triste innamorato di una bella zombie
Ragazzo ama ragazza, ragazza muore, ragazzo si dispera, ragazza ritorna formato zombie, ragazzo tentenna. Life After Beth, presentato nella sezione After Hours alla 32esima edizione del Torino Film Festival, è un filmetto che si colloca a metà tra la folgorante serie british In the Flesh e il romantic horror Warm Bodies senza raggiungere, a livello di mood e messinscena, né la malinconica demistificazione del primo né la freschezza d'ammiccamento giovanilistico del secondo.
La pellicola dell’esordiente Jeff Baena inizia e prosegue come un indie sottotono, non riesce a maneggiare la materia horror potenzialmente incandescente (Eros e Thanatos, passione e ossessione, splatter e romanticismo da cantate & schitarrate sulla spiaggia), ma fa altresì emergere il genere in maniera altalenante, mantenendo un registro perennemente indeciso, come se stesse battendo più strade alla ricerca della direzione e del risvolto giusti. Inutilmente digressivo, anche, sprofonda in vuoti di trama e sviluppo, scema in chiacchiericci familiari e, nel terzo atto, nell’incertezza più totale e forse credendo di sorprendere con un colpo di scena mal assestato, addirittura deraglia in una bruschissima apocalisse zombie campata per aria, che si manifesta nel giro di uno schiocco di dita per poi venire debellata ancor più rapidamente.
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Così annacquato e pasticciato com’è, Life After Beth non si fa mancare nemmeno uno stonato triangolo amoroso, che però evoca, per sua sfortuna, il coetaneo Burying the Ex del geniale Joe Dante, passato alla 71esima Mostra di Venezia: un’opera decisamente più azzeccata, divertente, ironica e camp, ottimo manuale per una anti-love story zombesca. Baena avrebbe decisamente avuto bisogno di darci un’occhiata, anzi, forse se l’avesse fatto avrebbe messo da parte l’intero progetto – o gli avrebbe dato una vigorosa, rinfrescante sterzata (benché i due film siano stati girati a distanza ravvicinata).
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Insomma, Life After Beth è soltanto un prodotto esile e annoiato, che oltretutto spreca i due atipici protagonisti: la divetta da Sundance (dove guarda caso è passato pure questo titolo) Aubrey Plaza (vista negli indissimi Damsels in Distress – Ragazze allo sbando e Safety Not Guaranteed), e soprattutto la next star Dane DeHaan (antagonista in The Amazing Spiderman – Il potere di Electro e futuro James Dean in Life); affascinante e corrucciato, tormentato il giusto, perfetto nuovo eroe romantico tra schizzi di sangue, occhiaie sexy e vaga androginia.
Segnatevelo: zombie-comedy da straight to video immediato.
Voto della redazione:
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