La cena nel cinema è sempre un momento intimo e rivelatore di drammi, gag, sorprese e trasformazioni. Ecco cinque film e cinque punti di vista diversi sul pasto principale raccontato attraverso il grande schermo
Una tavola apparecchiata è sempre lo spunto per raccontare qualcosa. Spesso, incastrati nel gioco di specchi di calici e posate, si celano conflitti sotto traccia, pronti a esplodere (o implodere) alla prima o alla seconda portata. Una bottiglia di vino, gli aromi della cucina, lo sfrigolio dei fornelli, una riunione di commensali sono potenti testi e contesti per costruire drammatizzazioni di approccio (solitamente) teatrale. Intorno a un tavolo rotondo, dove apparentemente siamo tutti uguali, i sottotesti si sprecano e gli scontri latenti legano come il sale le pietanze in una salsa dolce, acida o amarognola. Intanto la macchina da presa si muove vorticosamente, si ferma, indugia, accelera o rallenta catturando un pasto che diventa un microcosmo. Impossibile mappare tutti i film dedicati al mondo della cena. Ne abbiamo scelti cinque per parlare di momenti conviviali molto diversi tra loro e mostrare le diverse “ricette” per una cena cinematograficamente efficace.
1 - UNA CENA QUASI PERFETTA (1995): cult anni ’90 con una Cameron Diaz ancora semifamosa e una storia potenzialmente esplosiva. Se fossi negli anni ’30 e in un bar avessi di fronte Hitler, sapendo che è Hitler, gli verseresti il veleno nel bicchiere? Da questo dilemma etico-storico-esistenziale si sviluppa una commedia nera piena di spunti geniali, dai pomodori “fertilizzati” alle due bottiglie che, alla fine della cena, determinano la vita o la morte dell’ospite (a seconda delle sue idee politiche, ovvio). Fino alle chiare derive. Può sopravvivere all’arsenico chi trova orribile Il giovane Holden?
2 - LA CENA DEI CRETINI (1998): gioiellino francese tratto da un’opera teatrale di successo. Il mercoledì è la sera prescelta da un gruppetto di borghesi ironici e annoiati per organizzare la loro “cena con il cretino” come puro divertimento. Ma Pignon trasformerà la serata in un incubo… per gli altri. Elegantissimo e rifinito, nella classica struttura dei “più scaltri” contro i “più deboli”, scivola via leggero e veloce tra una gag e l’altra come una crema chantilly. La cena diventa aggregazione e disgregazione.
3 - LA CENA (1998): la serialità dell’attenzione di Scola per pasti, convivi, banchetti e reunion è oggettiva. E rigorosamente al ristorante (come dimenticare le mezze porzioni della trattoria romana di C’eravamo tanto amati?). In una sala con tavoli e camerieri si incrocia un flusso incrociato: padri, figli, insegnanti, allievi, gente ossessionata, gente frustrata, gente possibilista. La cena non è una porzione di mondo, è proprio il mondo.
4 - PERFETTI SCONOSCIUTI (2016): un gruppo di amici sui quaranta e un gioco potenzialmente innocuo: lasciare tutti gli smartphone sul tavolo e condividere pubblicamente qualunque messaggio, nota vocale o chiamata arrivi. Due ore dopo varie famiglie sono distrutte. Marco Giallini intanto cuoce gli gnocchi al sugo e Kasia Smutniak gioca col fuoco. La cena diventa ritrovo ma anche pericoloso attivatore di verità. Le persone sono “frangibili” e vanno protette dai lati oscuri di chi le ama. Ma tavola e smartphone, insieme, sono potenzialmente un’accoppiata letale.
5 - INDOVINA CHI VIENE A CENA (1967): cult con gli indimenticabili Katherine Hepburn e Spencer Tracy. La figlia di una coppia “liberal” di San Francisco s’innamora di un medico afroamericano. La cena diventa centro propulsore di trasformazioni e novità incredibili per anni ’60 ruggenti e accelerati. Spencer Tracy e Sidney Poitier seduti a tavola cambiano le carte in tavola del cinema hollywoodiano e anche di tante convinzioni politico-sociali.
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