Ritratto di Alice Grisa
Autore Alice Grisa :: 5 Settembre 2016

I sex movies sono in grado di influenzare la storia del cinema? A quanto pare, sì. Ecco alcune scene che hanno cambiato il linguaggio cinematografico

Nymphomaniac, film sul sesso, scene di sesso

La complessa, lunga e articolata storia del cinema passa anche attraverso scene di sesso e sex movies. Alcuni sono dei cult, come "Basic Instinct" o "9 settimane e mezzo"; in particolare, l'incorporamento di scene hot in film d'autore o con qualsivoglia velleità artistica porta l'ingegno dell'allestimento della scena a proporre o imporre delle piccole rivoluzioni nel linguaggio cinematografico. In generale il cinema trabocca di possibilità, esperimenti riusciti o non e anche sex scenes che con la loro originalità impongono un nuovo modo di concepire la settima arte. Ecco perché alcuni di questi sono sperimentazioni avanzate che coniugano la sensualità del tema al rigore delle regole, dall'inquadratura al montaggio. Hollywood.com ha stilato una lista di sex movies o scene di sesso che hanno dato il loro apporto influenzando l'evoluzione del linguaggio. Eccone alcuni.

9 SETTIMANE E 1/2 (Adrian Lyne, 1986): a distanza di sicurezza dai tempi moderni di "Cinquanta sfumature di grigio", Mickey Rourke interpreta un uomo d'affari che seduce la mercante d'arte divorziata Kim Basinger, presa in giro da colleghi e conoscenti per il proprio fascino strabordante. Il film, che affronta il tema del "possesso sessuale", sperimenta con un girato piuttosto stravagante. Ci sono scene cult come quella del frigorifero, del ghiaccio, dello spogliarello che, girate in modo anticonvenzionale, hanno consegnato il film al firmamento degli indimenticabili.

LEZIONI DI PIANO (Jane Campion, 1993): un film indipendente che ha conciliato liberalizzazione sessuale e autorialità per l'austero pubblico americano. Un film definito "europeo", la storia della pianista muta interpretata da Holly Hunter che imbastisce una storia con un neozelandese taciturno. I due tramite la nudità e il sesso esplorano il cuore significante della propria relazione.

CRASH (David Cronenberg, 1996): film altamente cronenberghiano sul mondo dei feticci, in questo caso le auto. James Ballard e la moglie Catherine sperimentano incidenti e relazioni extraconiugali. La tecnica della computer-graphic ha permesso un parossismo di sesso e violenza che colpisce e affascina, consacrandosi come binomio-sigillo della cinematografia del visionario regista.

THE BROWN BUNNY (Vincent Gallo, 2003): presentato a Cannes fuori concorso, scritto, diretto e interpretato da Vincent Gallo, ha fatto scalpore soprattutto per il blow-job di Chloe Sevigny, un atto necessario che aveva fatto allontanare le attrici precedentemente in lizza come Kirsten Dunst e Winona Ryder. Non era la prima volta che una scena di sesso reale veniva incorporata in un film "normale", ma per la prima volta si è trattato del film con un cast di un certo spessore. Una novità destinata a cambiare la storia del cinema (l'ossessione di Bud per Daisy non è nulla rispetto a "Nymphomaniac", che arriva 10 anni dopo).

LE AMICHE DELLA SPOSA (Paul Feig, 2011): le pink stories di damigelle e spose non si sono mai mescolate con un atto sessuale duro e crudo. Questo prima de "Le amiche della sposa", commedia brillante con inserti slapstick che ibrida diversi generi (dalla commedia romantica ad American Pie) e si propone come un esperimento riuscito. L'ouverture presenta la protagonista Annie impegnata in un esplicito atto sessuale.

SHAME (Steve McQueen, 2011): molti lo ricodano con il film che mostrò le parti intime di Michael Fassbender, ma lo stile crudo e paratattico di Steve McQueen racconta sotto forma di dramma una complessa dipendenza dal sesso. Un film controverso che mostra come le scene di sesso non siano solo eccitanti o disturbanti ma anche contestuali a mostrare un percorso di disagio interiore verso la disperata ricerca di una rinascita.

NYMPHOMANIAC (Lars von Trier, 2013): Lars von Trier ha illuso tutti con quello che sembrava un porno e si è rivelato un dramma di quattro ore sulla parabola distruttiva di un uomo e quella rigenerativa di una donna. Tra riferimenti filosofici, artistici e religiosi, Lars prende in giro tutti. Ancora una volta.

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