Ritratto di Alice Grisa
Autore Alice Grisa :: 20 Aprile 2016

Ci sono alcuni film che sono praticamente dei consigli per gli acquisti. Parliamo di “Colazione da Tiffany”, de “Il diavolo veste Prada” e di “I love shopping”

I love shopping

Qual è il rapporto tra cinema e consumi? Un film può essere un attivatore di comportamenti sociologicamente rilevanti, come l’acquisto di massa di un gioiello, di un’auto, di un paio di scarpe? Quali simboli imprime nell’immaginario? Quali mode promuove da nicchia a mainstream o inventa totalmente, determinando un cambio vettoriale all’interno delle società complesse? In che modo influisce sul progresso, sulla storia, sul costume? È un discorso molto interessante e multistratificato. C’è un consiglio per gli acquisti ovunque e, se Maurizio Costanzo nel suo talk show lo esplicitava, la maggior parte delle volte il brand è sottotraccia e incorporato in quella che, anche prima di essere chiamata così, non era altro che storytelling. Il testo, semioticamente parlando, diventa attivatore profondo di comportamenti individuali o collettivi e il cinema un modello a cui ispirarsi. Ecco tre film-suggerimenti sul dove comprare, come comprare, cosa comprare.

1- IL DIAVOLO VESTE PRADA (2006): luccicante, glitterato, modaiolissimo e rutilante, il film di David Frankel è solo apparentemente controcorrente. Critica un mondo “effimero” e legato solo all’apparenza, ma quell’”effimero” è presentato in modo seducente, come se durante il film uno spettatore potesse uscire dalla sala e abbandonare la sua carta di credito per un paio di stivali Chanel. E, proprio come la protagonista Andie, lo spirito critico va a perdersi dietro ciò che brilla, ciò che è ammirato, ciò che è bello. Lo dice la stessa Miranda, un’indimenticabile Meryl Streep: “Tu pensi che questo non abbia nulla a che vedere con te. Tu apri il tuo armadio e scegli, non lo so, quel maglioncino azzurro infeltrito per esempio, perché vuoi gridare al mondo che ti prendi troppo sul serio per curarti di cosa ti metti addosso, ma quello che non sai è che quel maglioncino non è semplicemente azzurro, non è turchese, non è lapis, è effettivamente ceruleo, e sei anche allegramente inconsapevole del fatto che nel 2002 Oscar de la Renta ha realizzato una collezione di gonne cerulee e poi è stato Yves Saint Laurent se non sbaglio a proporre delle giacche militari color ceruleo (…) Siamo al limite del comico quando penso che tu sia convinta di aver fatto una scelta fuori dalle proposte della moda quindi in effetti indossi un golfino che è stato selezionato per te dalle persone qui presenti... in mezzo a una pila di roba...”.

2- COLAZIONE DA TIFFANY (1961): Tiffany non è solo una vetrina di gioielli di lusso. Tiffany risolve i problemi, migliora la vita, calma le acque agitate. Per questo Holly, un'Audrey Hepburn fragile e sognatrice, preferisce fare colazione lì che nella propria cucina. Una brioche, un tubino nero, una collana di perle e la vita diventa incanto. E i bracciali, gli anelli, le collane di Tiffany brillano così tanto perché è il brand verde-acqua che rende possibile il sogno. E catalizza la storia d’amore, una favola contemporanea che si compie nell’oggetto transizionale di un anello che è stato fatto incidere proprio nello store newyorchese (Varjak non può permettersi certi acquisti, è uno scrittore ex mantenuto da una donna facoltosa).

3- I LOVE SHOPPING (2009): "Avete presente quando incrociate due begli occhi che vi sorridono, e il cuore vi si scioglie come una noce di burro sul pane tostato caldo??... Io mi sento così quando vedo un negozio..!". È la filosofia di vita di Becky Bloomwood, giornalista "economica" con l'ossessione dello shopping. Il piacere che ti dà una sciarpa verde è in vendita (per fortuna) non è paragonabile alla love story classica, quella con fidanzato, amore, matrimonio. P.J. Hogan riesce a costruire un mondo convertito in oggetti e brand: "Tu parli il pradese?" chiede Becky al suo caporedattore (di cui s'innamorerà). Si parte da un disturbo ossessivo-compulsivo che sfocia in un'enorme vetrina sfavillante con mille oggetti da comprare. Vedendo la maxi-svendita, viene voglia di entrare in quel mondo e diventarne parte.

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