Quattro film in concorso a Venezia 71 prendono spunto dalla grande letteratura italiana del passato e del presente
Il Giovane Favoloso, Pasolini, Anime Nere e Hungry Hearts: saranno presenti in concorso dal prossimo 27 agosto per ottenere Il Leone d’Oro 2014 alla 71ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia insieme ad altre 17 opere che, in anteprima mondiale, verranno presentate alla kermesse e giudicate dalla giuria presieduta da Alexandre Desplat, celebre compositore e musicista francese, con l’attrice e regista cinese Joan Chen, il regista tedesco Philip Gröning , la regista austriaca Jessica Hausner, la scrittrice statunitense Jhumpa Lahiri, la costumista inglese Sandy Powell, l’attore inglese Tim Roth, il regista palestinese Elia Suleiman, e l'attore e regista italiano Carlo Verdone.
I quattro film condividono anche la derivazione letteraria. Infatti se, come noto, Il Giovane Favoloso è il biopic di Giacomo Leopardi e Pasolini è un lungometraggio dello stesso genere che racconta la vita dell’intellettuale assassinato nel ’75, anche Anime Nere e Hungry Hearts sono trasposizioni di romanzi.
La passione di Mario Martone per Leopardi è passata per il teatro prima di approdare al cinema: il cineasta napoletano ha portato, infatti, sul palco le Operette Morali del poeta nel 2011, prima di pensare a una biografia sulla sua vita. Il giovane favoloso descrive l’esistenza ma, soprattutto, i viaggi di Leopardi nel periodo in cui i moti del Risorgimento, descritti dal regista nella sua precedente pellicola Noi Credevamo, accendevano l'Italia.
Abel Ferrara, in concorso con Pasolini, narra l’ultimo giorno di vita del geniale scrittore e regista, il quale è stato definito dallo stesso cineasta come sua onnipresente fonte di ispirazione. Il racconto è incentrato sul viaggio che Pasolini intraprese per recuperare le bobine di Salò, viaggio poi finito tragicamente.
Dopo la parantesi televisiva di In Treatment, Saverio Costanzo torna in pompa magna alla direzione cinematografica con Hungry Hearts, lungometraggio liberamente inspirato al romanzo breve di Marco Franzoso "Il bambino Indaco", complessa storia di una coppia che mette al mondo un bambino che non riesce a crescere. Costanzo non è nuovo alle trasposizioni, anzi, già con In Memoria di Me e La Solitudine dei Numeri primi, il regista ha scelto di trasformare il film in due racconti utilizzando gran parte delle parole presenti nel testo letterario.
Documentarista al terzo film di finzione Francesco Munzi ha esordito come regista di lungometraggi proprio al Festival di Venezia del 2004 vincendo il Premio Luigi De Laurentis con Saimir, migliore opera prima nella sezione Orizzonti. Dopo 10 anni, il cineasta torna con Anime Nere versione cinematografica dell’omonimo libro di Gioacchino Criaco che racconta la storia di tre figli dell’Aspromonte che per sfuggire alla crisi economica della loro terra finiscono con l’affiliarsi alla ‘Ndrangheta.
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