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Autore Marco Rovaris :: 2 Dicembre 2014

Attacco hacker alla Sony Pictures: uno scheletro è apparso sugli schermi dei computer con un messaggio minatorio circa la diffusione di dati top secret. Tra i film messi on-line e scaricati ci sono "Fury" con Brad Pitt (ora in sala) e "Still Alice"

Fury

Almeno cinque film prodotti dalla Sony Pictures sono finiti in rete dopo l'attacco hacker che ha colpito lo studio di Hollywood a inizio settimana: i download sono partiti a raffica, prevedibilmente, inguaiando la casa di produzione che rischia, così, di perdere moltissimi soldi. 

Alcune copie in DVD destinate ad anteprime private di quattro film della Sony che non sono ancora stati distribuiti, tra i quali l'atteso Annie, sono oggetto di una diffusione anticipata e illegale e che viola i diritti d'autore, anche se il paragone non regge con il quinto film, il bellico Fury con Brad Pitt, scaricato con una frenesia inarrestabile dagli utenti.

La società Excipio, che si occupa di tracciare i movimenti e le condivisioni in rete della pirateria, ha rilevato che Fury è stato scaricato da oltre 880.000 indirizzi IP unici da quando il titolo è apparso sui network peer-to-peer, cioè il 27 novembre. Una cifra abbastanza significativa da renderlo il secondo film più scaricato al momento, senza ancora essere uscito dalla programmazione dei cinema.

Annie ha subito l'attacco tre settimane prima di essere distribuito; gli altri film scaricati della Sony Pictures sono Mr. TurnerStill Alice e To Write Love on Her Arms. Ovviamente la casa di produzione ha già sollecitato le forze dell'ordine per un'indagine, perché, come ricorda il portavoce a Variety, rubare è un crimine: dichiarazione banale ma sull'onda dei crimini informatici dell'ultimo periodo che hanno violato numerosi account privati delle star.

[Leggi anche: In rete foto private di attrici nude: iCloud violato da un hacker]

Durante l'operazione di hack attack del 24 novembre, sugli schermi dei computer della compagnia è apparsa l'immagine di uno scheletro con la scritta “Hacked by #GOP", che fa riferimento al gruppo che si fa chiamare Guardians of Peace ("Guardiani della Pace"). Il messaggio minacciava diffusione di dati top secret della compagnia; al momento è in corso un'indagine su una connessione tra il film The Interview e la Corea del nord.

Questo è il più grande atto di pirateria contro una casa di produzione, che supera in gravità quello di luglio ai danni di Lionsgate, vistasi soffiare I mercenari 3, finito in rete tre giorni prima della distribuzione.

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