Ethan Hawke torna al servizio di Andrew Niccol per la terza volta: in "Good Kill" veste i panni di un ex pilota di guerra che conduce attacchi di droni contro i Talebani. Ma il suo lavoro fa emergere dubbi ancestrali sulla moralità del suo operato
Uscito il trailer internazionale di Good Kill - "bel colpo" in gergo militare" -, terzo progetto che vede insieme il regista Andrew Niccol e l'attore Ethan Hawke dopo il cult indimenticato Gattaca - La porta dell'universo e Lord of War; ora il duo si concentra sulla guerra e sulla discussa e innovativa questione dei droni: Hawke interpreta un ex pilota di guerra che ora conduce e gestisce a distanza attacchi di droni dalla sua base di Las Vegas, dove vive con la sua famiglia in una zona di periferia. Quando il protagonista inizia a farsi domande sul tipo di missione, un conflitto interiore inizia lentamente a divorarlo. Sta creando più terrorismo di quello che crede di combattere? La guerra avrà mai una fine?
Molto complesso prendere una posizione sui droni, che hanno una dimensione non solo legata alla guerra ma anche al monitoraggio delle zone residenziali americane, legata a un senso di immediatezza devastante e riassunto dalle parole di Bruce Greenwood nel film: "the here and fucking now...".
[Leggi anche: Recensione di Good Kill | Il pigro e disonesto santino all’America di Andrew Niccol]
Il film è stato presentato in anteprima a Venezia, dove attore protagonista e regista erano insieme a promuovere un'opera dai contenuti attuali e delicatissimi. Così si è espresso Ethan Hawke: "Come molte delle persone che si arruolano penso che il mio personaggio volesse davvero riuscire a proteggere qualcuno, ma anche a lui hanno mentito. Ci dicono molte cose per allontanarci dalla realtà, quel che vediamo accadere nei giornali non corrisponde a quel che succede sul serio. Cioè, Obama che vince il Nobel per la pace, la scusa delle morti giuste come il titolo del film o anche che ci siamo ritirati dall’Afghanistan quando abbiamo lasciato un mare di droni!”; a questo intervento Niccol replica richiamando l'attenzione sul fatto che il progetto "droni" ebbe orgigine durante il mandato di Bush.
Continua poi il regista: "Abbiamo parlato a lungo con diversi veri piloti di droni che ci hanno seguito anche durante le riprese. L’unica forzatura di finzione è che non si verificano così tanti eventi tutti insieme, un pilota di droni solitamente sta anche un anno senza vedere niente di niente, poi in 5 minuti si scatena tutta l’azione. In molti ci hanno raccontato di aver testimoniato atrocità di guerra senza poter intervenire perchè non era la loro missione”.
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