Dopo il grande successo di "Grand Budapest Hotel", torniamo ora al 2009, anno in cui il New York Museum of the Moving Image ha dedicato una serie di video a Wes Anderson, esplorandone poetica, stile e influenze
Il regista più amato dagli hipster, Wes Anderson. Gli hanno dedicato canzoni (tra cui quel “Voglio vivere in un film di Wes Anderson” de I Cani, nota alternative band italiana), e il suo ultimo film, Grand Budapest Hotel, ha collezionato un totale di oltre 100 premi in giro per il mondo, tra cui 4 Oscar , 5 Bafta, e il Golden Globe come Miglior Film Commedia/Musical.
Non si affievolisce la carriera del Wes, ma anzi, sembrerebbe proprio guadagnarci in celebrità e stima di anno in anno. Una cosa che probabilmente non si sarebbe detta nel 1996, anno del suo debutto con Un colpo da dilettanti. Allora, nonostante una nomination agli Mtv Movie Awards come Miglior Nuovo Regista, nessuno ha urlato alla nascita di un maestro in divenire. Eppure, ad essersi accorto immediatamente del suo talento è Matt Zoller Seitz, critico del New York Magazine e Vulture.com.
Nel 2009, è stato proprio lui ad aver regalato delle autentiche chicche ai fan del regista, ovvero una galleria di video esplorativi dedicati alla carriera del rinomato autore americano, realizzati per il New York’s Museum of Moving Image. A passare sotto la lente di Seitz sono lo stile e le possibili influenze di Anderson, le quali, ormai lo sappiamo, non potrebbero essere le più varie, dai Peanuts a Martin Scorsese, passando per Mike Nichols e Hal Ashby, Salinger e Richard Lester. Scriveva Seitz: “Ciò che rende Wes Anderson unico è la vasta quantità d’arte che ha nutrito la sua immaginazione, non solo film americani o stranieri recenti, ma anche opere di 30, 50, 70 anni fa, a cui si aggiungono fumetti dei giornali, illustrazioni e fiction.
[Leggi anche: Video: Come Stanley Kubrick ha ispirato Wes Anderson, Alfonso Cuarón e altri]
Se questi video non dovessero bastarvi, ricordiamo che l’anno scorso è uscito nelle librerie Wes Anderson: genitori, figli e altri animali, libro monografico scritto da Ilaria Feole, critica cinematografica di FilmTv nonché groupie andersoniana per eccellenza, che ha analizzato la carriera del regista dalle sue origini fino agli ultimi lavori. Ciliegina sulla torta: A firmare la prefazione del libro è addirittura il leggendario Peter Bogdanovich, mica pinco pallino.
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