"Ora gli studios hanno finalmente capito che il 3D non è fatto per tutti i film". A parlare è Anthony Marcoly della RealD, che sottolinea come Hollywood abbia cambiato atteggiamento nei confronti della tecnologia stereoscopica in questi ultimi anni
Il trend del 3D? Continua a crescere! A rivelarlo è Anthony Marcoly della RealD, compagnia fondata nel 2003 e dedicata proprio allo sviluppo della tecnologia stereoscopica. Come ormai sappiamo, la terza dimensione ha avuto il suo massimo splendore nei botteghini durante il 2009, quando uscì Avatar di James Cameron. Ma già l'anno successivo le cose non sembravano più andare così bene, colpa di blockbuster estivi come Scontro tra titani, i quali hanno fatto credere al pubblico che il 3D fosse solamente un maledetto espediente per guadagnare più soldi, piuttosto che per presentare una nuova esperienza cinematografica. Ora però, complice i successi di Jurassic World, Mad Max: Fury Road e Avengers: Age of Ultron (e prima ancora, Gravity, Edge of tomorrow e Godzilla), sembrerebbe proprio che l'audience abbia nuovamente riacquistato fiducia nel mezzo.
Spiega Marcoly sulle pagine di Variety: “Se pensiamo a 4 o 5 anni fa, gli studios vedevano il 3D come il salvatore dell'industria, e tutti stavano convertendo il loro film in 3D per avere un guadagno maggiore (…), adesso però hanno capito che il 3D non è fatto per tutti i film. Funziona solo per quelle pellicole che necessitano d'immergerti dentro, e Jurassic World ne è un ottimo esempio. Mad Max: Fury Road è stato grandioso in 3D. San Andreas sta andando bene. I film orientati verso l'azione e con un livello concettuale si prestano sicuramente meglio (…). Le persone sono disposte a pagare un prezzo maggiore quando pensano di ricevere un'esperienza maggiore. Il problema è che non vedevano più la differenza. Se vuoi fare un film in 3D, devi farlo nella maniera giusta”.
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Insomma, usare la stereoscopia solamente quando i progetti permettono davvero una tale vocazione, quando la tua pellicola ha qualcosa in più da offrire. Ma per seguire l'evolversi del trend, dovremmo attendere i grossi film autunnali; prosegue Marcoly: “Avrete Everest, che è un film d'azione molto diverso rispetto le pellicole estive. Avrete The Walk di Robert Zemeckis, autore che è sempre stato un sostenitore del 3D. E poi avrete The Martian di Ridley Scott, che avrà elementi di Cast Away e di Gravity. Non sono grandi film d'azione, ma useranno il 3D per immergere gli spettatori nella narrazione, dando ai registi uno strumento in più. Li paragonerei a quanto visto in Vita di Pi".
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