I 10 documentari più belli che parlano di cinema

Il duro lavoro che si cela dietro un film non è una cosa ignota ormai, ma dietro certe opere si sono create delle vere e proprie leggende che hanno ispirato altri cineasti a girare dei documentari che tramandassero queste storie.

My life directed by Nicolas Winding Refn trasmesso pochi giorni fa su Sky Arte (girato durante la produzione di Only God Forgives) non è che l'ennesima prova.

Qui stiliamo una classifica di dieci documentari per dare un'idea di un vero e proprio genere ormai assodato.

The Battle Over Citizen Kane

Michael Epstein e Thomas Lennon con questo documentario (candidato a un premio Oscar nel 1996) di 113 minuti cercano di fare luce sul rapporto tra il magnate Hearst e il cineasta Orson Welles. In possesso di un vasto archivio, tra interviste a giornalisti, insegnanti, registi, attori, colleghi di Orson Welles, il regista stesso nel 1982 e materiale dell’epoca, Epstein e Lennon tracciano un quadro culturale e sociale del periodo in cui uscì il film, evidenziando dei parallelismi tra Welles e la figura che ispirò il suo capolavoro. Una pagina del cinema e della società americana oscura ma da scoprire.

Burden of Dreams

Il documentario di Les Blank è incentrato sulla travagliata lavorazione dell’epico Fitzcarraldo di Werner Herzog: tra incidenti di percorso dovuti al clima, l’abbandono di Mick Jagger e Robards al progetto, la precarietà in cui versava il regista per guidare il cast e superare le differenze linguistiche con i nativi del posto scelto per le riprese, si arriva alla fine del film increduli che Fitzcarraldo abbia trovato la luce in fondo al tunnel ma il merito è di un regista dalla tempra forte come Herzog che non smette di credere nei sogni.

Dangerous Days: The Making of Blade Runner

Ridley Scott probabilmente è stato tra i registi più importanti a cavallo tra gli anni '70 e '80. Ha dato vita alla società distopica scritta da Philip K. Dick regalando al mondo una pietra miliare del cinema. Charles de Lauzirika, in tre ore e mezza, riesce a spingersi ben oltre il mero backstage per documentare completamente, con ore di girato mai viste, l’ossessività che pervase Ridley Scott nella lavorazione monumentale di Blade Runner.

The Making of Fanny and Alexander

Deciso a salutare il cinema a favore del teatro e della televisione, Ingmar Bergman aggiunge al suo capolavoro Fanny e Alexander uno sguardo più ampio che segue l’inizio e la fine delle riprese. Da questo lavoro monumentale nasce il making of del film. Lo sguardo sempre vigile e il lavoro senza riserve che il regista svedese deve affrontare ogni giorno sono un buon lascito per ogni aficionado del regista. Non emerge nulla di imprescindibile perché è il film in sé, in larga parte autobiografico, ad esserlo nella sua essenza, ma un pensiero corre a Sven Nykvist che ha reso, con la sua fotografia, Fanny e Alexander ciò che è.

Making the Shining

Vivian Kubrick fu chiamata dal suo famoso padre per girare il documentario su Shining, adattamento cinematografico del terzo romanzo di Stephen King. Il documentario creato per la BBC, è un’opera imprescindibile per ogni cinefilo che voglia seguire “da vicino” il meticoloso lavoro di un uomo molto chiuso. Grazie a questo film scopriamo come Jack Nicholson fosse una scelta voluta fortemente da Kubrick e le pressioni psicologiche subite da una Shelley Duvall spinta, dallo stesso regista, a essere perennemente terrorizzata lungo l'intera durata del film.

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That Moment

Magnolia è sicuramente l’opera che maggiormente ha diviso critica e pubblico nella filmografia di Paul Thomas Anderson. La produzione, durata 80 giorni, ha lasciato 128 ore di girato riassunti efficacemente in un documentario di 72 minuti. Ne esce fuori un quadro piuttosto intimo dove troviamo l’approccio coinvolgente e onesto di un regista stressato nei confronti del cast e della troupe. Forse è un prodotto maggiormente adatto ai fan di PTA e ai nostalgici che vorranno rivedere per un po’, nel backstage, uno degli attori feticcio del regista, Philip Seymour Hoffman.

Lost in La Mancha 

Lost in La Mancha è il racconto di un film (The Man Who Killed Don Quixote) che naufragò perché palesò problemi fin dall’inizio. Tra uragani, impreparazioni logistiche e una malattia che colpì il protagonista, Terry Gilliam fu costretto dopo solo sei giorni di lavorazione a mollare tutto. Nel documentario non ci sono solo interviste, ma tutto il lavoro di ricerca (dieci anni) di un regista ossessionato alle prese con un progetto davvero sfortunato e con un budget esiguo per un film di quel genere.

Jodorowsky's Dune

Il documentario di Frank Pavich svela il progetto su Dune mai realizzato. Nel film avrebbero dovuto essere coinvolti nomi come: Orson Welles, Dalì, Pink Floyd e Mick Jagger tanto per citarne alcuni. È Alejandro Jodorowsky il narratore, a tratti psichedelico come il suo immaginario, di questo documentario atipico. Ad un certo punto più che il racconto di quello che avrebbe dovuto essere (un’opera maestra), diventa un film a se stante trascendendo il concetto stesso di documentario: Jodorowsky’s Dune è una storia di cinema.

Hearts of Darkness: A Filmmaker's Apocalypse

Il titolo di questo documentario riprende il romanzo Cuore di Tenebra di Joseph Conrad che ispirò il film di Coppola. Filmato a sei mani (due di queste sono della moglie di Francis, Eleanor Coppola), il girato include le interviste ai partecipanti, spezzoni del film, le riprese fatte da Eleanor e la conferenza stampa dove il regista di Apocalypse Now definì il suo film non come un film di guerra, non come un film sul Vietnam ma il Vietnam.

The Godfather Family: A Look Inside

Il lavoro di Jeff Werner è un documentario di 73 minuti girato durante la lavorazione de Il Padrino parte terza, ne mostra il montaggio e ricostruisce i primi due capitoli della saga famigliare attraverso i provini e le interviste con Coppola, Al Pacino, Robert Duvall, Robert De Niro, James Caan e Walter Murch.