Se vi considerate dei cinefili esperti o semplicemente volete acculturarvi in materia, ecco una lista di 20 pellicole uscite negli anni '70, che meriterebbero di essere visionate da tutti
Il cinema ha prodotto, nel corso di decadi, delle pellicole che sono divenute delle gemme, ed altre che sono state messe in secondo piano. Se volete aumentare la vostra conoscenza in materia, non potete assolutamente perdere questi 20 film usciti negli anni '70, alcuni dei quali sono dei veri e propri cult dell'industria. Ecco la lista completa:
1. I senza nome (1970, Jean-Pierre Melville)
I senza nome (Le cercle rouge) è la penultima pellicola del regista francese Jean-Pierre Melville, risalente al 1970 ed appartentente al genere noir. Se avete mai sentito parlare di Frank Costello faccia d'angelo (Le Samourai), sapete già a cosa andare incontro e quale sia lo stile del regista. Considerata una delle migliori pellicola nella storia del cinema, è stata elogiata per l'approfondimento linguistico e la modernità dei contenuti. Ad esso si sono parzialmente ispirati Michael Mann per Heat - La sfida (1995) e Bryan Singer per I soliti sospetti, mentre John Woo ha da tempo annunciato l'intenzione di girarne un remake.
2. Gimme Shelter (1970, David Maysles, Albert Maysles and Charlotte Zwerin)
Gimme Shelter è un film documentario del 1970 sui Rolling Stones, diretto da Albert e David Maysles. Il titolo riprende la canzone omonima del gruppo britannico. Il film venne accolto negativamente, a causa della violenza ivi mostrata e della crudezza di alcune sequenze. La stampa accusò addirittura la canzone Sympathy for the Devil, suonata al concerto, di incitare alla violenza manifestata durante la performance, i Rolling Stones non la cantarono più per oltre sei anni. Molti furono gli episodi ad alimentare la critica negativa, uno su tutti, quello di Meredith Hunter, ucciso dagli Hells Angels durante Under My Thumb.
3. Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970, Elio Petri)
Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto è un film del 1970 diretto da Elio Petri ed interpretato da Gian Maria Volonté e Florinda Bolkan, vincitore del Grand Prix Speciale della Giuria al 23º Festival di Cannes e del Premio Oscar al miglior film straniero 1971, nonché una nomination per la migliore sceneggiatura originale agli Oscar dell'anno dopo. Si tratta di un classico del genere crime, con una tematica ancora rilevante ed uno stile contemporaneo, sebbene sia stato realizzato 45 anni fa.
4. Fantasie di una tredicenne (1970, Jaromil Jireš)
Fantasie di una tredicenne (Valerie a týden divu) è un film cecoslovacco del 1970 diretto da Jaromil Jireš. In Italia uscì alcuni anni dopo, intorno al 1978, ma la versione italiana al giorno d'oggi è praticamente irreperibile. Il fim è tratto dal romanzo dello scrittore ceco Vítězslav Nezval, Valeria e la settimana delle meraviglie, il quale è anche il titolo del film in lingua originale. Tuttavia, in Italia uscì con il titolo Fantasie di una tredicenne. Il film è un horror surrealista, considerato uno dei capolavori della Nová vlna. Il film riprende dal romanzo la tematica della maturità sessuale attraverso la metafora del vampirismo.
5. Cane di paglia (1971, Sam Peckinpah)
Cane di paglia (Straw Dogs) è un film del 1971 diretto da Sam Peckinpah, tratto dal romanzo The Siege of Trencher's Farm di Gordon Williams. Una pellicola rimasta indelebile nelle menti dei cinefili per via di una storica scena di stupro e di un'interpretazione magistrale da parte di Dustin Hoffman. La violenza diventa la vera protagonista di tutta la vicenda, man mano che si assiste al mutamento del cane di paglia in un essere aggressivo e veemente. La tesi del film è, dunque, che nessuno è un cane di paglia, e non esistono al mondo persone che accettano sommessamente il proprio destino senza mai reagire alle ingiustizie e ai piccoli soprusi che subiscono quotidianamente.
6. A Touch of Zen (1971, King Hu)
Si tratta del primo film in lingua cinese ad aver ricevuto un premio al Festival di Cannes. Una pellicola sublime che con la sua combinazione di azione e filosofia orientale ha ispirato il regista Ang Lee nella realizzazione de La tigre e il dragone, uscito nel 2000. A touch of zen è ambientato in epoca Ming, in un villaggio della Cina settentrionale, vive una bella e valorosa fanciulla. Figlia di un ministro condannato a morte dalle torture di un generale, la giovane si rifugia in una casa infestata dai fantasmi. Qui incontra un povero pittore letterato, che decide di aiutarla a fare giustizia per i torti subiti. I due avranno a che fare con un generale travestito da viandante cieco e con un monaco buddista esperto in arti marziali, le cui ferite si rigenerano al sole e il cui sangue si tramuta in oro.
7. Roma (1972, Federico, Fellini)
Roma è un film del 1972 diretto da Federico Fellini, presentato fuori concorso al 25º Festival di Cannes. La pellicola è un ritratto brioso e visionario di Roma, attraverso i ricordi di un giovane provinciale che arriva alla stazione Termini poco prima della seconda guerra mondiale. Roma come realtà composita, inesauribile e contraddittoria, qui rappresentata mediante una serie di quadri e personaggi eterogenei, dal defilé di abiti ecclesiastici alla ricostruzione delle case chiuse, dagli scontri con la polizia all'ingorgo notturno sul Grande Raccordo Anulare.
8. Maîtresse (1973, Barbet Schroeder)
Maîtresse è un film del 1975 diretto da Barbet Schroeder. Ambientato a Parigi, il film racconta la storia d'amore tra un uomo e una dominatrice professionista divisa tra la sua vita privata e la sua attività incentrata sul BDSM. A causa di alcune scene realistiche ed esplicite, come quelle riguardanti le frustate e l'inchiodamento del pene di un cliente su un tavolo, alla sua uscita in Gran Bretagna il film venne inizialmente proibito. Le scene sadomaso sono state girate usando una vera dominatrice professionista come controfigura dell'attrice principale e come attori dei reali appassionati del BDSM.
9. Le due sorelle (1973, Brian De Palma)
Questo film rappresenta il punto di inizio dei thriller di successo realizzati da De Palma. Ispirato ad un articolo realmente pubblicato sulla rivista Life, Le due sorelle è un chiaro omaggio alle pellicole di Hitchock, Psycho e Vertigo, con un misto di sessualità e dark humor davvero unici.
10. La paura mangia l'anima (1974, Rainer Werner Fassbinder)
Il film fu presentato in concorso al Festival di Cannes del '74 e rappresenta l'opera più sublime del regista tedesco Fassbinder. Fortemente influenzato dalla pellicola di Douglas Sirk, Secondo amore, Fassbinder crea un racconto che trascende qualsiasi età, razza e classe sociale attraverso una storia di amore impossibile, ambientata in Germania.
11. Il fantasma della libertà (1974, Luis Bunuel)
Film a episodi concatenati secondo una struttura a domino, attraverso l'entrata in scena più o meno casuale di nuovi personaggi. L'elemento di coesione è dato dall'irriverente gusto per lo sberleffo, lo spiazzamento, la decostruzione del discorso tipici del regista aragonese. Ospiti che cenano nei bagni, monaci che giocano a poker, poliziotti che si comportano come dei bambini, tutte scene che possono essere presenti soltanto in un film di Bunuel. Liberato di qualsiasi forma di narrativa e logica, Il fantasma della libertà è un esempio di surrealismo ai massimi livelli.
12. F come falso (1975, Orson Welles)
F come falso (Vérités et mensonges) è un film del 1973 diretto e interpretato da Orson Welles. Co-protagonista del film è Oja Kodar, che all'epoca era la compagna dello stesso Orson Welles. Conosciuto in italiano anche col titolo F come falso - Verità e menzogne, è narrato in forma di documentario e saggio cinematografico, con il protagonista (e molti altri attori che sono prestati alla partecipazione) che interpretano se stessi. Orson Welles narra direttamente allo spettatore diverse storie riguardanti quadri falsi e veri, falsari di professione e critici d'arte che scambiano i quadri dei falsari per veri: tra questi, Elmyr de Hory, che falsificava celebri quadri; Clifford Irving, che falsificava biografie; il miliardario Howard Hughes e il pittore Pablo Picasso.
13. Jeanne Dielman, 23, quai du Commerce, 1080 Bruxelles (1975, Chantal Akerman)
Jeanne Dielman, 23, quai du commerce, 1080 Bruxelles, anche conosciuto semplicemente come Jeanne Dielman, è un film del 1975 scritto e diretto dalla regista belga Chantal Akerman. Prima che uscisse nelle sale, il New York Times lo descrisse come "il primo capolavoro femminile nella storia del cinema". Ivone Margulies, allieva della Akerman, definì la pellicola un paradigma filmico che unisce femminismo e disincanto. Fu presentato alla Quinzaine des Réalisateurs del 28º Festival di Cannes e The Village Voice lo inserisce al diciannovesimo posto nella lista dei migliori film del Ventesimo Secolo.
14. L'assassinio di un allibratore cinese (1976, John Cassavetes)
Probabilmente uno degli esempi di film sui gangster più non convenzionali mai creati, nonchè un sublime lavoro cinematografico da parte di Cassavetes. L'attore Ben Gazzara segna la performance della sua vita e ciò che rende il personaggio di Cosmo, santo e farabutto insieme, così commovente è la relazione col suo alter ego rappresentato dal regista: il prode impresario e figura paterna di un collettivo sgangherato (la troupe di Cassavetes?) deve compromettere i suoi valori per mandare avanti la piccola famiglia.
15. Cria cuervos… (1976, Carlos Saura)
Cría cuervos è un film del 1976 scritto e diretto da Carlos Saura, vincitore del Grand Prix Speciale della Giuria al 29º Festival di Cannes [1] e candidato all'Oscar come miglior film straniero. La pellicola racconta alla perfezione il dolore e la paura di una famiglia spagnola appartenente alla classe media, coadiuvata da una performance magnifica della giovane attrice Ana Torrent, già protagonista della classica pellicola Spirits of the Behive.
16. Tre donne (1977, Robert Altman)
Presentato in concorso al 30º Festival di Cannes, è valso a Shelley Duvall il premio per la migliore interpretazione femminile. Questo film è un sentito omaggio alla pellicola drammatica Persona, di Ingmar Bergman, e racconta, in maniera profonda e sublime, la complessa relazione che intercorre tra le tre figure femminili, protagoniste di quest'opera. Attraverso uno stile psichedelico ed onirico, Tre donne rappresenta il lavoro più sperimentale ed unico dell'era New Hollywood.
17. L'amico americano (1977, Wim Wenders)
L'amico americano è un film del 1977, diretto da Wim Wenders e tratto dall'omonimo romanzo giallo di Patricia Highsmith (Ripley's Game nell'edizione originale). Dallo stesso libro nel 2002 la regista italiana Liliana Cavani ha tratto Il gioco di Ripley (Ripley's Game). È stato definito un "thriller esistenziale", puntualizzando che in questa versione cinematografica del libro della Highsmith, più che i fatti, conta il malessere che suscitano. Nel film più della trama è rilevante la complessità dei personaggi e dei rapporti che intercorrono tra loro e quella sottile linea di malinconia mista ad umorismo che lo pervade. Un film che riflette sulla morte, sull'amicizia e guarda al cinema americano con “occhi europei”. Come in altre sue opere, anche qui Wenders affronta un tema a lui particolarmente caro, ossia l'enigma della vita.
18. I giorni del cielo (1978, Terrence Malick)
Presentato in concorso al Festival di Cannes 1979, ha conquistato il premio per la miglior regia. Nominato ai Premi Oscar in quattro categorie tecniche, ha vinto quello per la migliore fotografia. Dopo questo film Terrence Malick è tornato a girare a distanza di 20 anni con La sottile linea rossa. Nel 2007 è stato scelto per essere conservato nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Nel 1997, il noto critico Roger Ebert lo ha aggiunto alla sua lista di "Grandi Film", descrivendolo come "uno dei più bei film mai realizzati".
19. La vendetta è mia (1979, Shohei Imamura)
La vendetta è mia è un film del 1979, diretto da Shōhei Imamura. Tratto da un libro di Ryūzō Saki, le vicende del film ricalcano quelle del serial killer giapponese Akira Nishiguchi. Imamura traccia qui lo straordinario ritratto di un criminale attraverso il quale scandaglia l'anima miserabile dell'uomo moderno. In patria il film ha ottenuto 6 premi (su 12 nomination) agli Awards of the Japanese Academy del 1980, diventando un vero e poprio cult del genere.
20. Brood - La covata malefica (1979, David Cronenberg)
The Brood è uno dei film di Cronenberg più facilmente riconducibili al genere Horror in senso classico. Il corpo di Nola si trasforma per estendere le sue possibilità e per dar vita ai desideri e alle pulsioni della sua mente (si pensi al successivo Scanners); d'altra parte è ancora l'impulso incontenibile ad andare oltre l'umano, sfidando i limiti della scienza, all'origine degli esperimenti mostruosi del dr. Raglan (analogamente a quanto avviene in Rabid - Sete di sangue o in The Fly). Il film è uno dei primi di Cronenberg ad avvalersi di attori importanti (come Oliver Reed e Samantha Eggar) e ad avere una certa diffusione di mercato: pubblico e critica lo accolgono in modo discorde, come del resto avverrà per tutte le successive opere del regista. Si tratta di una brillante satira della difficoltà di essere genitori e, al tempo stesso, della tragedia di una famiglia divorziata.
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