"Dark"(Miniserie) (10 episodi) (Germania 2017), Baran Bo Odar, Max Wiedemann, Quirin Berg
Recensione di "Dark", la prima miniserie di Netflix dalla produzione completamente tedesca. Dieci episodi per un audace viaggio fantastico dai diversi livelli temporali, calato in un'ambientazione tipicamente nordica e omaggiante gli anni ottanta
“Dark” è una serie magnifica, complessa e stratificata ai massimi livelli che si possano immaginare. I personaggi stessi, spesso sembrano confondersi e onestamente alle volte ho anche io perso la cognizione di tutti i fatti che si sono svolti. Eppure, è veramente grandiosa e se ne possono vedere formalmente tutti questi strati poiché quasi tutto è spiegato mentre gli eventi progrediscono per le molteplici linee narrative.
Affinchè si accumuli la necessaria pazienza e l'attesa che ogni piccola storia si unisca con le altre. Tuttavia, sono rimasto abbastanza deluso dal finale per la sensazione che sia stato concepito esclusivamente come cliffanger determinante per mantenere costante l’attenzione e l’attesa degli spettatoti, alla già confermata seconda stagione, mentre avrebbe potuto essere più diretto. Questo è difficile da spiegare senza spoiler, ma può essere delineato solamente con delle piccole divagazioni
Rovina un po’ la percezione generale del tutto, la sensazione che qualsiasi cosa possa accadere mentre come spettatore sei lasciato per lo più solo durante il lungo viaggio intrapreso all'interno della storia, nel senso che come spesso accade nelle serie nordiche, il tono generale della narrazione e della caratterizzazione dei personaggi resta piuttosto freddo, invece che seguire qualsiasi tipo di cambiamento dinamico nelle loro caratterizzazioni. Comunque siano state lasciate le cose, esse sono giunte ad un punto piuttosto interessante, mentre possiamo avere delle idee su dove andranno a parare, non sono sicuro che il budget potrà permettere che vengano realizzate in maniera convincente. La serie è iniziata in maniera semplice, e dovrebbe essere lasciata così.
Essa copre tre generazioni mentre per il momento tenta di collegare i punti fino al momento in cui lasciamo il passato, cercando di ricordare tutti gli attori che hanno dato vita all’ampio cast. La maggior parte di loro non avrebbe senso nei loro piccoli ruoli, assumendo importanza solo dentro all'insieme della storia, altrimenti ul tuotto sarebbe dannatamente confuso. Tutti sono connessi e diversi personaggi appaiono nei vari oiani temporali.
Probabilmente per questa prima stagione sarebbe stato meglio concentrarsi solamente su due epoche, e distribuirla così. I creatori hanno padroneggiato la mescolanza delle due ambientazioni, ma così c’è forse fin troppa carne al fuoco. Trovandosi spesso fino al punto di fare fatica a seguire tutte le tracce dei personaggi e delle loro relazioni. A parte questo, lo scopo è semplice e rimane amabile, nel cercare di indovinare cosa sarebbe successo. Questo è ciò che mi ha principalmente spinto a dedicare oltre dieci ore d’attenzione più o meno intensa, a questa serie.
La fotografia è stupenda e ogni sequenza è grazie ad essa quasi stupefacente. E’ tuttavia in tedesco, con il doppiaggio italiano che non è costantemente ad un alto livello, nonostante la produzione Netflix. Ragion per cui sarebbe meglio seguirla in lingua originale e con i sottotitoli. L’ambientazione è ammirevole e funziona da base per l’intera storia, creata talmente bene che lega tutto assieme alla perfezione. È certamente una serie intrigante e che attirerà l’attenzione, nel proseguo del suo sviluppo narrativo in una seconda stagione già confermata da molto tempo, prima della messa in onda di questa d’esordio.
Conclusioni
“Dark” è forse una serie troppo ambiziosa, la quale giunge molto presto ad una sua massima maturità narrativa, prima di estenderla ulteriormente. È una delle poche serie originali di Netflix in cui sembra che la prima stagione possa essere autoconclusiva. E si può definire molto piacevole, seppure il finale di questo primo ciclo di episodi si possa definire quasi, o piuttosto, irritante. Il flusso narrativo viene comunque mantenuto costante e ben costruito verso la direzione puntata dagli sceneggiatori. Se si riesce come detto a superare il doppiaggio in italiano e a guardarla solamente con i sottotitoli, seguirla è più interessante e se ne comprendono meglio gli spunti e il messaggio generale. Si riscontra una certa difficoltà a riconoscere il gran numero di personaggi, e la gran quantità di eventi e storie, risulta talvolta estenuante.
Prima produzione di una serie tedesca di Netflix.
Le riprese principali sono iniziate il 18 ottobre 2016 a Berlino e dintorni.
La maggior parte delle scene all'aperto che si svolgono nel bosco sono state girate alla Fahrtechnikakademie Kallinchen vicino a Berlino. Questo luogo è una ex area di test militari della Repubblica Democratica Tedesca.
La serie sarà disponibile in risoluzione 4K.
Il regista Baran Bo Odar e i produttori Max Wiedemann e Quirin Berg hanno già lavorato insieme in “ Who Am I - Kein System ist sicher” (2014)
La serie è disponibile in Dolby Atmos.
A febbraio 2016 Netflix ha già dato luce verde per la realizzazione di una seconda stagione.
Voto della redazione:
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