Sono passati ormai 5 anni dalla scomparsa di Eric Rohmer. Ricordiamo che prima di diventare un celebre regista, egli è stato anche un brillante critico per i Cahiers du cinéma: Ecco i suoi 10 film preferiti del periodo
Sono passati 5 anni da quando Eric Rohmer ci ha lasciati orfani di uno stile e una visione tra i più raffinati del cinema francese. Come è noto, prima di esordire come regista, Rohmer è stato anche un brillante critico per i Cahiers du Cinéma: un periodo, questo, in cui ha avuto un'immersione completa negli imprescindibili classici e avanguardie della settima arte, assaporando da vicino le opere di quegli autori che poi avrebbero influenzato tutta la sua carriera. Quali sono, dunque, i film preferiti del Rohmer più giovane? La risposta arriva tramite un sondaggio che fece la rivista Sight & Sound nel lontano 1961. Scopriamolo insieme.
Se non sorprende vedere alcuni classici del muto come Aurora di Murnau e Come vinsi la guerra di Buster Keaton, risulta sicuramente più interessante la scelta d'inserire in classifica True Heart Susie, tra le opere meno note di David Wark Griffith, almeno se paragonato a pietre miliari come Nascita di una nazione o Intolerance. Che Rohmer possa essere rimasto toccato dalla storia di questa giovane ragazza di campagna (Lillian Gish, ovviamente) che aiuta segretamente il ragazzo di cui è innamorata facendolo diventare più ricco? Probabile, e sappiamo bene quanto a Rohmer piacciano i racconti di moralità inerenti gli affari del cuore.
Ecco poi, tra le preferenze del regista, alcuni film degli autori più amati dai Cahiers e in generale dai giovani turchi della Nouvelle Vague: La regola del gioco di Jean Renoir, Ivan il terribile di Sergei Eisenstejn, Viaggio in Italia di Roberto Rossellini, Il fiume rosso di Howard Hawks e La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock. Rohmer passò molto tempo a lodare questi film e questi registi durante la sua attività da critico cinematografico, e basti anche solo pensare che nel 1957, assieme al collega e amico Claude Chabrol, l'autore pubblicò Hitchcock, primissima monografia totalmente dedicata al maestro del brivido hollywoodiano.
E mentre nel '59 diversi ragazzi della Nouvelle Vague esordivano dietro la macchina da presa, arrivava al cinema anche il nuovo film di un altro autore francese molto rispettato dalla gang, Diario di un ladro di Robert Bresson, che Rohmer inserisce nella sua lista del cuore.
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Ultimo titolo, e siamo già nel '61, è invece La Pyramide humaine di Jean Rouche, pellicola che ha rivoluzionato i documentari francesi dell'epoca per le sue caratteristiche da cinéma vérité. Questo sarà anche tra gli ultimi film di cui Rohmer scriverà sulle pagine dei Cahiers, prima di dare le proprie dimissioni per concentrarsi unicamente sulla propria carriera da regista.
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