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Autore Simona Carradori :: 1 Settembre 2016

A causa di tensioni tra Corea del Sud e Cina al regista sarà consentita una permanenza di soli 3 mesi sul set; il che mette a rischio la lavorazione di "Who is God", per il quale Kim Ki-Duk potrebbe passare da regista a direttore esecutivo

Kim Ki-Duk

Se siete ansiosi di vedere Who is God, il nuovo film di Kim Ki-Duk le cui riprese sarebbero dovute iniziare dal prossimo ottobre, sappiate che vi toccherà aspettare più del previsto. Il regista infatti sembra essere finito al centro di una controversia geopolitica tra la Corea del Sud e la Cina (Paese in cui dovrebbe avere luogo la lavorazione), che gli è costata nientemeno che il rifiuto del suo visto di lavoro da parte del governo cinese. Questo significa che allo stato attuale il suo permesso di soggiorno - niente più che un turistico al quale è stata applicata una proroga di due mesi - gli consentirebbe di trascorrere un massimo di tre mesi sul set del film; decisamente poco considerando che Who is God sarà una delle produzioni più ambiziose del regista e anche quella con il budget più alto, circa tre volte quello di un qualsiasi suo altro film.

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La produttrice Julia Zhang ha dichiarato su Variety: "Non ci è stata data alcuna spiegazione per questa scelta burocratica. Abbiamo però il sospetto che la cosa abbia a che fare con la triste situazione con cui molti artisti coreani devono attualmente fare i conti. Se la cosa non si risolverà il signor Kim non sarà in grado di lavorare alla regia di Who is God."

Parole davvero spiazzanti per i tanti fan dell'autore, che purtroppo sembra confermare quanto riferito dalla produttrice, dichiarando a sua volta: "Non capisco quale sia il problema, ma sembra che il processo di approvazione del visto sia diventato più complicato. Se le cose non andranno bene dovrò lavorare al film come direttore esecutivo, il che significa che dalla Corea dovrò dare indicazioni nel dettaglio a qualcuno che realizzerà Who is God in Cina."

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Le controversie tra i due governi sono iniziate il mese scorso, quando la Corea del Sud ha dichiarato che avrebbe fatto installare nel proprio territorio un sistema missilistico americano chiamato THAAD, in risposta alle crescenti minacce provenienti da Pyongyang. Il governo cinese non ha gradito la cosa, sostenendo che oltre ad essere inutili, per il loro posizionamento geografico i missili americani potrebbero tenere sotto controllo il suolo cinese con i radar innestati al loro interno. Da qui la decisione di colpire due delle più grandi industrie di esportazione coreane: quella dei cosmetici e - appunto - l'intrattenimento, che ha da sempre un grande mercato in Cina.

In attesa che le tensioni politiche si sblocchino e consentano una libera circolazione di attori e registi - permettendoci finalmente di poter godere di Who is God - vi ricordiamo che Kim Ki-Duk è attualmente al Festival del Cinema di Venezia con il suo The Net. 

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