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Autore Riccardo Lo Bue :: 30 Maggio 2014

La web serie pluripremiata al Los Angeles Web Festival 2014, si prepara alla seconda stagione. Intervista con i creatori e registi Rosalia Le Calze e Alessio Messina

Shadows Of The Plague

Vincent si risveglia da quello che sembra solo un brutto incubo, ma la realtà che si trova a vivere e ancora più inquietante di quella sognata. Così, confuso e smarrito, inizia a vagare per una città ridotta in macerie e popolata da anime dannate come la sua. Ciò che il protagonista vive, è un sogno o realtà? Parallelamente Andrew, un sinistro investigatore, indaga su alcuni omicidi che sembra lo riguardino da vicino. Su queste due storie, che progressivamente s’intrecceranno tra loro, si fonda la trama di Shadows Of The Plague, la web serie horror siciliana scritta e diretta da Rosalia Le Calze e Alessio Messina. La serie si è aggiudicata cinque premi al Los Angeles Web Festival 2014: “miglior montaggio” (Rosalia Le Calze); “migliori effetti speciali” (Alessio Messina, Daniele Trapani e Fabio Bellavista); “miglior attore protagonista” (Vincenzo Favet); “miglior sceneggiatura” (Alessio Messina e Rosalia le calze) e “miglior web serie horror di stile cinematografico”. 
Forti del successo ottenuto con la prima stagione, i due registi si prepararono a realizzare la seconda. Li abbiamo incontrati durante il casting per la nuova serie e ne abbiamo approfittato per fargli qualche domanda.

Come e quando nasce Shadows Of The Plague?
Il progetto nasce due anni fa – racconta Rosalia Le Calze – quando io e Alessio ci siamo conosciuti in ambito lavorativo. In quel periodo notavamo che le web serie si erano diffuse nel nord Italia, mentre qui a sud erano ancora un fenomeno limitato. Così abbiamo pensato di crearne una nostra.

Come avete scelto questo titolo? Ha un significato particolare?
Il titolo l’ha scelto Alessio – precisa Rosalia – tradotto in italiano sarebbe “le ombre della piaga” e questa piaga sono le anime dannate e tormentate dell’inferno.

Una storia d’horror ambientata nell’aldilà ma anche dramma umano. 
Sì. Nei primi episodi della prima stagione Vincent vede continuamente la morte della sua fidanzata. Ciò che il protagonista vive, è una trasposizione onirica dell’inferno. Egli rivive all’infinito il senso di colpa per aver ucciso la sua fidanzata e il suo miglior amico. 

Tutti gli episodi sono sottotitolati in inglese: è stata una scelta fatta per internazionalizzare la serie?
Sì, anche il titolo e i nomi dei personaggi sono in inglese. Perfino il tipo di format che abbiamo scelto, ha uno stile americano, proprio per dare sin da subito un’impronta internazionale alla serie.

Shadows Of The Plague si è aggiudicata cinque premi al Los Angeles Web Fest 2014. È cambiato qualcosa per voi? 
Sì, – afferma sorridente Alessio Messina – è cambiato tutto. In primo luogo sul piano della visibilità, sono aumentate le visualizzazioni e siamo stati citati in diversi articoli. Inoltre questi riconoscimenti internazionali ci hanno motivato a far ancora meglio. Dobbiamo assolutamente migliorare il piano di lavorazione ed elevare ulteriormente la qualità.

Come finanziate la produzione?
La prima stagione è stata completamente autoprodotta. Per la seconda stagione stiamo cercando di muoverci per ottenere dei finanziamenti ma non vogliamo sbilanciarci.

Dunque possiamo dire che sul web non servono i grandi capitali ma bastano le buone idee?
Sì, basta una buona idea ma bisogna avere anche la fortuna di trovare persone competenti e capaci, quindi non solo stagisti alle prime esperienze, disposti a lavorare per l’arte e non per il denaro.

Cosa dobbiamo attenderci dalla seconda stagione? Qualche anticipazione?
Nella seconda stagione l’aspetto onirico sarà messo in dubbio, forse il protagonista non sta sognando. Inoltre in ogni episodio si vedrà un genere diverso. Se la prima stagione è stata più omogenea e sostanzialmente ascrivibile al genere horror, nella seconda stagione vedremo molta più azione e ci saranno puntate con un taglio più thriller.

Guardando i temi affrontati nelle web serie italiane troviamo delle profonde differenze rispetto a quelli trattati nelle serie televisive prodotte in Italia. Perché?
Sicuramente c’è alla base una differenza di pubblico, quello d’internet è più giovane rispetto a quello televisivo. Inoltre le serie destinate alla televisione risentono molto di più la pressione dei produttori che premono per certi format. Il web invece è libero, – osserva Rosalia Le Calze – come dice David Lynch: «il film è mio e ci metto tutti i conigli che voglio».

Qui sotto potete trovare il teaser della seconda stagione.

 

 

Per chi si fosse perso la prima stagione, qui trovate il primo episodio.

 

 

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