In Between dying - Tra una morte e l'altra: road movie-immersione nella rinascita dell'uomo
In Between dying - Tra una morte e l'altra: road movie-immersione nella rinascita dell'uomo
Il film lascia a distanza la scena coi suoi personaggi inquadrati quasi sempre sullo sfondo con pochissimi primi piani. Ma la vita è durante, la corsa lungo il percorso. (Tra)... le morti, le tante morti di noi stessi, al di là, forse "tutto può cambiare", Ognuno spera di cambiare le cose e non se stessi. Ma il mondo è se stessi ed a volte un giorno è tutta la vita. Oscurità e luce sono insieme nei nostri cuori... si scontrano come scintille di un fuoco che lentamente si spegne.
Poesia e misteri arcani sono tutt'uno nelle immagini remote di paesaggi sempre abbastanza liberi, tranne quando si scontrano con segni di umanità come degradati edifici o fatiscenti cimiteri.
La corsa dei protagonisti è solo metaforica, verso se stessi, verso la domanda: se l'amore esiste, perché si muore anche per amore?
Perché la vita e la morte viaggiano a braccetto? La morte è così esplosiva, casuale e ricorrente da diventare perfino un titolo. "In mezzo" tra una morte e l'altra, cosa rimane?
Hilal Baydarov firma il suo primo film di fiction, ma sembra più un documentario sull'assurdo stupore di fronte alla vita e alla morte e forse in mezzo all'amore fatto di segnali come marito, moglie, madre, figlio. Tutti vissuti con quel pathos quotidiano che diventa "impedimento", come nella relazione tra la madre ed il protagonista principale che vediamo litigare nella parte iniziale del film.
Essendo stato allievo di Bela Tarr, e con la produzione anche di Carlos Reygadas, Baydarov descrive il sentimento principale di stupore con parentesi fisse che segnano quasi il passo all'incedere del road movie risentendo dei noti numi tutelari. Forse questa è la parte meno potente, laddove si vuole fissare per forza a parole, a un pretestuoso testo poetico che stride con le immagini, ma non perché siano brutti versi, ma perché le immagini sono sempre più potenti della parola: la parola tende a sviare spesso lo sguardo verso una logica dell'interpretazione che nel caso di questo film proprio non serve.
E del resto il finale è tutto un cullarsi sulle istintive percezioni che infine conducono dove devono condurre: per imparare dal percorso e poter finalmente ricominciare...
Visto nella sezione Eventi Speciali al Trieste Film Festival
Voto della redazione:
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