Recensione di Dheepan - Una nuova vita | Palma d'Oro a Cannes, Audiard brilla ma non illumina
Recensione di Dheepan - Una nuova vita di Jacques Audiard con Antonythasan Jesuthasan e Kalieaswari Srinivasan: vincitore dell'ultimo Festival di Cannes, il regista di "Un sapore di ruggine e ossa" giunge in sala scisso tra meriti e limiti
Palma d’Oro proclamata dai fratelli Coen a capo della giuria dell’ultimo Festival di Cannes, Dheepan - Una nuova vita di Jacques Audiard arriva finalmente in sala, brillante per molti minuti, ma non fino alla fine.
Come suo tipico, il regista riesce a imprimere una forte impronta visiva a tematiche solitamente trattate con la delicatezza dell’immagine che non vuole ferire né fermarsi negli occhi: la spina dorsale “sociale” nel suo cinema riesce invece a rimanere tale, mentre le fattezze assumono connotati limpidi e forti, mosse da soluzioni in ogni momento accattivanti.
La cifra della realtà, in Dheepan - Una nuova vita diventa rarefatta in un clima trasognato, in cui l’umanità (qualsiasi umanità) si trasforma in personaggio e i luoghi diventano scenari. Il quartiere, il degrado, il viaggio, la criminalità, la povertà, la cancellazione del passato, l’insoddisfazione stracolma insita nel ricominciare da capo: una galleria di immagini chiare, di momenti capaci di scavare la narrazione a partire dal buio da cui emerge.
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Passato l’incipit, la vicenda arriva lentamente e dal nulla come luci sfocate in lontananza: al contempo viaggio (del protagonista), perdita di coordinate per lo spettatore, evocazione narrativa; per poi mostrarsi, quasi con gloria, per quello che sono, ossia lucette dei diademi che Dheepan e i suoi compatrioti singalesi vendono per le strade di Parigi. Un plotone che preannuncia una guerra (personale e non) mascherata da vissuto urbano fatta di colori gelidi in cui saranno i particolari a darci i personaggi.
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Audiard rimane il regista capace di traslare i fatti verso un cinema stuzzicante, assieme indagatore ed esteta senza mai cadere nell'eccesso. Le sue storie, anche questa volta, traggono linfa dal suo stile. E se, da un lato questo, modus operandi in Dheepan - Una nuova vita ritrova fortuna, dall’altro non basta a colmare la distanza, ad incastrare tutte le sue forme, facendo cadere tutto poco prima dell'epilogo. Il film, dopo averci tenuto per mano, avventuroso e al contempo sicuro per le peggiori periferie parigine e le sue situazioni, si blocca e ci dà il suo twist senza però avergli steso un adeguato tappeto prima e in modo del tutto soddisfacente: d’un tratto, il ribaltamento, con le sue sequenze e le sue scene, (ri)cavato ed improvviso, quasi innestato in cima ad un piacevolissimo viaggio di sensazioni urbane e desiderose, fragili e pratiche.
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Il vagare per quelle vite e quei luoghi viene messo in discussione dal film stesso e a rompere l’infatuazione di Dheepan - Una nuova vita è proprio il suo punto di rottura, che ci risveglia lasciandoci a bocca asciutta, rovinando la potenziale grandezza della pellicola, scissa tra meriti e limiti, che cade dove dovrebbe decollare, stemperando tutti i suoi significati taciti, cancellando con un colpo di spugna le ombre dei personaggi, tranciando di netto tutto l’amabile percorso (mai predefinito) che ci aveva fatto seguire.
Voto della redazione:
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