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Autore Alessandro Tavola :: 10 Marzo 2015
Locandina di Ma che bella sorpresa

Recensione di Ma che bella sorpresa di Alessandro Genovesi con Claudio Bisio, Valentina Lodovini, Frank Matano: una pellicola dalla comicità artificiosa che ammiccando a tutti non riesce (quasi) in niente

Claudio Bisio, Valentina Lodovini, Frank Matano, Renato Pozzetto: questo il cast improbabile di Ma che bella sorpresa, la nuova approssimativa e stanca commedia di Alessandro Genovesi.

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Il fu conduttore di Zelig è ormai da tempo una certezza: con la sua limitata ma quasi sempre calzante gamma di umori, toni ed espressioni, è tra i pochi interpreti della commedia italiana odierna a dar l’impressione di mantenere un filo tematico-morale-artistico, una sorta di familiarità con i suoi personaggi da un film all’altro, un rassicurante “sempre uguale a se stesso” che possa permettere alle situazioni di avvilupparglisi attorno, talvolta con risultati del tutto non trascurabili come con Benvenuto presidente! o La gente che sta bene a sovrastare tutta una serie di pellicole ben più (teoricamente) commestibili.

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Purtroppo il nuovo film di Alessandro Genovesi (Il peggior Natale della mia vita, Soap Opera) rientra a pieno titolo tra queste seconde, sia per risultati che per intenzioni. Ma che bella sorpresa è la classica commedia che vuole accontentare tutti e finisce con l’ottenere molto poco da tutto quel che piazza sul vassoio, prima di tutto col suo casting a caccia di consensi. Dato Bisio, abbiamo la bellezza appositamente canonica Chiara Baschetti (modella dalle capacità recitative non pervenute), i tentativi di frizzantezza mediterranea di Valentina Lodovini; agghiaccianti, affaticanti e traumatizzanti primi piani di coppia di Renato Pozzetto e Ornella Vanoni (entrambi fanno quasi tenerezza, e la più carica dei due è lei) e last but not least Frank Matano, nel ruolo dell'assenza di comicità, segnaposto-attaccapanni a segnare i momenti più catatonici della pellicola.

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Attorno alla vicenda della fidanzata perfetta, inventata ed invisibile (A mulher invisivel è l’originale brasiliano di Cláudio Torres di cui il film è il remake dichiarato) tutti i personaggi sembrano andare per i fatti loro, e il tentativo di richiamare più fasce di pubblico è un colabrodo di momenti privi di qualsiasi omogeneità. Ma che bella sorpresa non riesce a tenere vivo l’interesse per più di mezza scena, fiacco nella scrittura e ancor più trito nella realizzazione, con siparietti esili, artificiosi, mal accampati e con l’impressione di non voler avere niente a che fare con l’idea alla base della pellicola. Come per un rifiuto dell'inventiva, e con quella ponderazione della personalità abbracciata da Italiano Medio di Maccio Capatonda che qui vediamo regredire al più classico degli happy ending di plastica.

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Eppur risaltano gli scorci dei vicoli di Napoli (antichi, vecchi, semidistrutti, vivissimi) e i momenti di solitudine di Bisio (tutti casa, canne, malinconia e scrittura): piccoli lampi non comici che finiscono con l’essere l’unico valore seminascosto del film. Tanto da voler poterli ritagliare e mettere in tasca, buttando tutto il resto.

Trailer di Ma che bella sorpresa

Voto della redazione: 

1

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