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Autore Fiaba Di Martino :: 17 Novembre 2014
Locandina di Scusate se esisto!

Recensione di Scusate se esisto di Riccardo Milani con Raoul Bova e Paola Cortellesi: Film monopolizzato dal product placement, montato come uno spot e che nemmeno la commediante protagonista riesce a tenere a galla

Per farsi un’idea precisa di questo film bastano 30 secondi, quelli in cui Raoul Bova sta guardando la tv, con in bella vista canale – Sky Uno – e programma – Masterchef –; arriva il figlioletto che gli chiede di uscire, e dopo un attimo di esitazione – segue allettante primo piano dello schermo – Bova esclama cristallino: “Ma certo, andiamo, tanto la finale posso registrarla e guardarla dopo”. Un momento assolutamente superfluo e fuori contesto, slegato da qualsiasi accadimento, pura e semplice pausa pubblicitaria con testimonial di richiamo, situazionismo costruito ad hoc e tagline inclusa. Il product placement, in Scusate se esisto!, è più che altro una product ostentation, schiaffato in faccia al pubblico senza nemmeno lo sforzo di infilarlo nella storia con un minimo di filtro, sia che la sponsorizzazione debba esserci sia che sia un automatico modus operandi: da Bova che entra in scena come nello spot di un profumo alla Cortellesi che, espatriata in Inghilterra, torna a casa perché le mancano gli spaghetti pasta Maffei.

Da lasciare sbalorditi. Non funziona neppure la gestione della campagna di cui il film si fa promotore – la reale iniziativa di riqualificazione eco esposta dall’architetta Serena/Cortellesi, Chilometro verde –: le istanze di denuncia sociale vengono dichiarate come se si stesse al Tg microfono alla mano, spiattellate ed esibite con un’assenza di misura così spudorata che tanto valeva fare un comizio o una petizione online, forse gli veniva meglio, forse.

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Quel che resta (ben poco), è altrettanto svilente. Milani, regista del non-poi-così-malaccio-o-comunque-solo-un-po’ Benvenuto presidente!, qui tenta di giocare alla commedia americana appiccicando inserti ammiccanti, frizzantina e insostenibile voce narrante e riconoscibilità accattivante di canzoni consumate come Feeling Good, Unchained Melody (ahiahi) e At last; ma tutto è stitico e stereotipato all'inverosimile, raggiungendo vette di imbarazzo dove l’aria davvero è irrespirabile.

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Vuol essere una commedia degli equivoci e gioco delle parti, Scusate se esisto!, con un tocco di rivalsa femminile gestita in maniera controproducente e involontariamente parodica, tra un pizzico di Benvenuti al Sud e Diverso da chi? – in confronto capolavori di scrittura –; il cast non è pervenuto, il meno peggio è Marco Bocci e ho detto tutto, mentre Corrado Fortuna è l’Adam Driver dei poveri; ognuno rifà se stesso preimpostandosi su una ridotta gamma di smorfiette, e figuriamoci se si può parlare di maschere. Un film fantasma di se stesso e di molti altri, tra gag ripetute 7 volte e addirittura flashback di una scena avvenuta 3 minuti prima, come se il target ancora una volta fosse una manica di idioti, ritardati culturalmente prima che cinematograficamente. Un prodotto che ambisce alla critica sociale e alla screwball ma manca di qualsiasi cosa, prima di tutto del cinema stesso, di una sceneggiatura una struttura una direzione un bilancio un’idea un cervello. Il nulla.

Trailer di Scusate se esisto!

Voto della redazione: 

2

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