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Autore Luca Ceccotti :: 15 Settembre 2016
Trafficanti

Jonah Hill e Miles Teller protagonisti di una "commedia" dai risvolti interessanti ma poco equilibrata nei toni

Attraverso il duro lavoro, il sacrificio e una determinazione esasperata si può raggiungere il successo e la prosperità. Le basi del sogno americano sono cristalline, probabilmente meritocratiche e sicuramente accattivanti, ma è il sommerso, ciò che non ci viene mostrato, l'altra faccia della medaglia che rende il sogno un vero incubo, e a saperlo bene sono Efraim Diveroli e David Packouz, giovani venditori di armi che nei primi anni del 2000 sono stati al centro di un "affare" miliardario ovviamente non andato a buon fine.

La storia ci viene oggi raccontata da Todd Phillips in Trafficanti, interessante commedia che segna in qualche modo una maturità tematica per il regista della trilogia di Una notte da Leoni, che nella sua poco più che ventennale carriera non si era sostanzialmente mai spinto oltre i confini della risata. Nei panni dei due guns dealer troviamo uno spietato Jonah Hill e un ambizioso Miles Teller, caratteri completamente agli antipodi che uniranno conoscenze e talento per sfruttare l'enorme richiesta di armamenti militari dell'esercito americano al fine di arricchirsi.

"Cani da Guerra", li chiamano, mastini pronti ad attaccare alla giugulare gli avversari per accaparrarsi il miglior affare possibile, tutto online e in modo legale... o quasi. In fondo è dura la scalata verso la cima, e arrivarci senza graffi o inciampi è praticamente impossibile.

Il film di Phillips funziona ma vacilla nei toni, mai chiari e troppe volte abbozzati: comedy, dramma e war-movie convivono insieme in modo dissonante. La risata non è mai richiesta, ma nelle intenzioni del regista è desiderata, anche se da spettatori noi assistiamo a un racconto che di divertente, in fin dei conti, ha davvero poco. Ciò che realmente attira è lo stupore, la sorpresa nel conoscere questi due sfacciati geni nei quali tutti possono identificarsi: ragazzi come noi, con idee e carattere per puntare in alto ma sempre a un passo dall'affondare tra mille problemi.

Una coppia che su schermo non funziona in quanto tale ma piuttosto come pretesto per farci conoscere i loro caratteri sfaccettati, e in particolar modo quello del Diveroli di Hill, un bieco, a tratti inquietante e inaffidabile "compagno d'avventura" che ricorda molto da vicino il Donnie Azoff di The Wolf of Wall Street. Una parte che gli calza a pennello, tra imprecazioni, risatine maligne e un'immedesimazione impressionante. Bravo anche Miles Teller, anche se poco carismatico e con un approccio esasperatamente classico al personaggio.

In conclusione, Trafficanti non vuole emozionare o divertire ma si limita a mostrare: come "i soldi si facciano leggendo tra le linee", come le bugie aiutino molto più della verità e come una sfrenata ambizione superi di gran lunga un onesto talento; ci mostra come un'amicizia possa trasformarsi in business e come un business porti all'odio. Phillips ci racconta con alti e bassi la rovina del sogno americano.

Voto della redazione: 

2

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