Dall'importanza del piano sequenza alla centralità della musica, ecco cinque suggerimenti estratti dalla poetica del regista di "Vizio di forma"
Non è esagerato affermare che Paul Thomas Anderson, regista di film come Magnolia, The Master e Vizio di forma, è uno dei più virtuosi cineasti del nostro tempo.
Ha uno stile ricercato, ma è uno di quegli artisti che non si limita a ripetere formule consolidate e da Boogie Nights - L'altra Hollywood al più recente Junun ha sempre dato prova della sua bravura. Ecco alcuni consigli che si possono “estrarre” dai suoi film:
La voce narrante fuori campo non è obsoleta
Per averne la prova basta vedere Vizio di forma, film tratto dal romanzo di Thomas Pynchon, autore di certo non caratterizzato da uno stile chiaro ed immediato, in cui la voce off è quella della cantautrice Joanna Newsom. Con questo espediente narrativo Anderson ha dimostrato che la voce narrante fuori campo non è assolutamente una cosa superata e che può facilitare il coinvolgimento del pubblico.
Il potere del piano sequenza
Il piano sequenza è molto amato da quei registi che vogliono dare un forte senso di realismo e che non vogliono elementi fuorvianti all’interno della loro narrazione; Orson Welles, Iñárritu e lo stesso Anderson sono tra questi. Memorabile è la sequenza d’apertura di Boogie nights, un gesto perfetto con cui il regista si presenta al mondo del cinema. La capacità del piano sequenza di coinvolgere il pubblico e aiutarlo nella comprensione del film è provata anche in molte scene de Il petroliere.
Lascia che sia lo spettatore a lavorare
Soprattutto in seguito a The Master e Vizio di forma, in molti – soprattutto coloro che non amano lo stile di Anderson – hanno lamentato un forte senso di confusione e spaesamento. In The Master ad esempio ci sono delle sequenze surreali in cui non si capisce se ci si trova all’interno dei sogni del protagonista, ciò che è certo però è che il regista vuole lasciare libero lo spettatore di compiere le proprie associazioni. Confondere il pubblico, farlo sentire spaesato può essere una scelta autoriale, l’importante è che entrambe le parti accettino di stare al gioco.
Non sottovalutare il potere della musica
La colonna sonora è uno degli elementi più importanti del cinema. Anderson si è spesso affidato a grandi musicisti come Jonny Greenwood, chitarrista dei Radiohead con cui ha collaborato a Il petroliere, The Master, Vizio di forma fino ad arrivare a Junun, film che racconta un loro viaggio all'interno della musica popolare indiana.
[Leggi anche: I film preferiti di Paul Thomas Anderson]
Presta attenzione alla luce
La luce è fondamentale, senza di lei non ci sarebbe il cinema. Quella di Vizio di forma è colorata, confusa e nebbiosa; riesce a connotare così tanto le atmosfere che Mark Kermode l’ha descritto come un film che non si vede, bensì si inala. Anderson è perfettamente consapevole del fatto che luce e fotografia riescono ad impostare toni e atmosfere di un film.
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