La musica, si sa, è uno degli strumenti più potenti in mano al cineasta. Attenzione alle vostre scelte però, che ci vuole veramente un attimo per usare la colonna sonora nella maniera sbagliata, rovinando l'intera pellicola
Una delle armi più potenti per un cineasta, ormai lo sappiamo, è la musica. Infatti, durante la visione di un film, probabilmente non c'è nulla di meglio che godersi delle immagini perfettamente inserite nelle giuste note. Gli esempi sarebbero infiniti: non riusciremmo mai a immaginarci il medesimo pathos di Titanic senza le musiche di James Horner, le lievitazioni spaziali di Kubrick senza Strauss o un assassinio hitchcockiano sotto la doccia privo dei violini firmati Bernard Hermann. Eppure, proprio perché così potente, la musica è anche uno strumento decisamente pericoloso, se usato nella maniera sbagliata. In proposito, ecco alcune indicazioni del professor Heath Bown, riportateci dal solito NoFilmSchool:
1. Non usate la musica per aggiustare le cose. Nel senso: la colonna sonora deve accompagnare delle immagini che sono state riprese, che esistono e che avete colto con la vostra cinepresa. Inutile ficcare della musica romantica per suggerire il sentimento quando le vostre immagini non hanno abbastanza carica per giustificare l'uso di tali note. La musica, insomma, non dev'essere mai il punto di partenza: l'importante rimane sempre il lavoro sulle immagini. Solo avendo le scene giuste potrete poi valorizzarle al meglio con la colonna sonora.
2. Così come la musica ha la capacità di rendere più dinamica una scena, non scordatevi che possiede anche la forza di suscitare l'effetto opposto di appiattimento generale. Se ad esempio arriva un momento particolarmente importante della pellicola, ma la musica rimane invariata, allora sarà l'intera scena a presentarsi con meno enfasi. In pratica: tenete bene in mente che parte della reazione degli spettatori dipenderà dalla musica. La colonna sonora ti sveglia o ti addormenta, ti avvisa che arriva una sequenza drammatica o d'azione: sappiate sfruttarla come si deve in tutta la sua espressività.
3. Non date troppa libertà al vostro compositore. Sappiamo che certi registi lavorano consegnando semplicemente la sceneggiatura al musicista, lasciandogli carta bianca per comporre tutte le musiche che vuole. D'accordo, a volte funziona anche così, ma non sarebbe meglio discuterne più approfonditamente avendo le immagini davanti? Spiegare al vostro partner esattamente che tipo di note volete per quell'attimo della pellicola? La musica è bellissima e suprema, ma dev'essere concepita al servizio delle immagini reali, non di uno script o di poche scene inviate a caso per dare un'idea dell'impatto estetico che avrà il film.
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4. Un punto strettamente collegato al nostro discorso iniziale: usate la musica in base alla sua funzionalità, e non in base ai vostri gusti. Capiamo che amate alla follia le struggenti ed evocative note di Hans Zimmer, ma ogni tipologia di pellicola si abbraccia perfettamente solo a determinate tipologie di colonne sonore. Inutile provare a incastrare uno score alla Zimmer se il vostro film non lo permette. Non fatevi stravolgere dai vostri gusti e amori personali: non state facendo un filmino delle vacanze, ma – si suppone – un'opera destinata a degli spettatori esterni.
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