Alice in Wonderland è uno dei racconti più trasposti dai cineasti di tutto il mondo. Da Walt Disney a Tim Burton, ecco sette film sul Paese delle Meraviglie.
Nessuno ha ancora capito perché il Bianconiglio chiamava Alice "Marianna" e neanche se fosse Alice stessa a essere non-reale oppure Wonderland. La prospettiva di "verità" non prescinde mai da un punto di vista e, cadendo nella buca di un prato inglese, ingrandendosi e riducendosi, la Liddell piomba in un universo ri-ammobiliato che risponde a regole nuove, sciolte e riplasmate come la festa del non-compleanno, gli occhi dello Stregatto, le carte-verniciatrici di rose e le storie di tragedie e follie. Non si può dire cosa sia vero perché quello che lo è in un mondo non lo è in un altro: un assunto base che porta alla rosa di contraddizioni "meravigliose" della storia. Un universo, quello del fantasioso Lewis Carroll, che ha sempre attratto il mondo dei cineasti con un rapporto di attrazione mescolata a un certo "wannabe-ismo". Trasporre Alice è difficile ma non impossibile; come nella teoria di Lost in translation, spesso si sente di aver perso qualche pezzo e di non averne afferrato la recondita magia, ma la voglia di entrare in quel mondo con una macchina da presa è troppo forte per non fare il tentativo. E di film, corti o movie su Alice nel Paese delle Meraviglie ce ne sono tanti, tantissimi: quasi 40. Il giardino della Regina è pieno di registi impegnati a dipingere le rose. Ma chi è riuscito veramente? Ecco 7 Alici diverse... e 7 diversi Wonderland.
1- ALICE IN WONDERLAND (1903): nella macchina straordinaria del cinema delle origini, tra edisioniani e lumièriani, si colloca questo proto-esperimento, un corto sorprendente di Cecil M. Hepworth e Percy Stow che fa uso di effetti speciali incredibili, come il rimpicciolimento e l'ingradimento di Alice. La pellicola è conservata al National Film and Television Archive of the British Film Institute di Londra in un'unica copia.
2- ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE (1951): Il Disney classico, classicissimo ma completamente sperimentale e pieno di simboli oscuri in una rara non-favola senza principi, principesse innamorate e amori zuccherosi. Alice, il Bianconiglio, lo Stregatto, la Regina sono archetipi che si rifondano a partire da questo film, immagini generate per imporsi su tutto l'immaginario. La meraviglia lascia il posto al terrore e all'extra-ordinario in un microcosmo di de-regolazioni e surrealismi incrociati.
3- ALICE AT THE PALACE (1982): un'inaspettata Meryl Streep veste i panni di Alice nella trasposizione di Emile Ardolino. L'adattamento è in chiave musical e scivola dalla storia di Alice in Wonderland a quella di Alice attraverso lo specchio. Il film è basato sul New York Shakespeare Festival di Joseph Papp.
4- DREAMCHILD (1985): british-drama di Gavin Millar che parte da Alice ormai anziana che rivive uno stato allucinatorio a ritroso sulla base di una serie di ricordi che coinvolgono un reverendo di Oxford. La trasposizione di tutto ai giorni della Depressione americana fa ri-negoziare tutta la storia adattata nel mondo moderno degli scoop giornalistici.
5- ALICE UNDERGROUND (1999): un viaggio visionario attraverso la Wonderland di New York City. Alice è a un bivio della sua vita e, tra alcolici, pellicce e night si trova a seguire il coniglio bianco. Girato in 35 mm, completamente in esterni, riscrive la fiaba surreale sul contesto incantato, nevralgico e simbolico della metropoli. Il coniglio è veicolo di una patina disneyana che si perde nello sperimentalismo di un movie senza perdere la struttura forte del racconto.
6- ALICE (AVRIL LAVIGNE, 2010): dalla colonna sonora del film di Tim Burton Alice in Wonderland è stata prodotta una costola musicale glam-patinata che è costituita dal videoclip di Avril Lavigne, una ballata dark-rock con una potente estensione vocale a rappresentare il dramma della confusione, tratto tipico di Alice, persa dietro l'ossessivo coniglio. Modulabile e separabilissimo dal film, il video (dal titolo Alice) è registrato in un bosco incantato e raccoglie qualunque occasione per farsi portatore "sano" di un piano di marketing e merchandising orizzontale, tra oggetti incantati e atmosfera dall'alto appeal commerciale. Il brano è stato composto da Danny Elfman, che ha firmato la soundtrack del lavoro di Burton.
7- ALICE IN WONDERLAND (2010): Tim Burton di fronte a Wonderland non smette di essere Tim Burton e (ri)costruisce un affresco riadattato al proprio mondo. Una scelta "forte", visto che Wonderland è già un altro mondo rispetto a quello che conosciamo. Il Cappellaio Matto-Johnny Depp, la Regina Bianca, gli scenari gotici estremamente burtoniani, il coniglio stilizzato e ridisegnato tra gli effetti speciali esagerati. Troppo Burton oscura l'astro di Carroll e quel poco che rimane della origina(li)rietà viene fagocitato dall'ingombrante product placement, merchandising sfrenato e marketing martellante.
Tag:
Categorie generali:
Altri articoli che possono interessarti
Per condividere o scaricare questo video: TV Animalista
Facebook Comments Box