Giovinezza e sessualità viste dal cinema attraverso alcune pellicole, da "The Dreamers" di Bernardo Bertolucci a "Kids" di Larry Clark, passando per "La vita di Adele" di Abdellatif Kechiche
Giovinezza e sessualità, al cinema fonte di sterminate ramificazioni e dei prodotti più disparati. A ragionare su un’età incertissima e vitale, in cui i sensi giocano una parte fondamentale quanto ambivalente, ci si sono messi grandi autori, regalandoci perle di inestimabile unicità e differenziazione. Taste of cinema ha provato a stilarne una classifica, anche se i titoli sarebbero innumerevoli. Come non pensare a The Dreamers di Bernardo Bertolucci, in cui la passione bruciante per la settima arte si mescola alla realtà e ad amori messi in scena, alla provocazione, alla trasgressione della comunità sociale da parte di Michael Pitt/Eva Green/Louis Garrell, trio di amants (ri)réguliers alla scoperta del sesso intanto che Parigi brucia di moti rivoluzionari.
Ecco poi Larry Clark, e in particolare Kids, opera che viaggia nella carnalità morbosa riflettendo irrimediabilmente lo sbandamento dell'America contemporanea. Sullo sfondo, il dramma dell'aids e di una giovinezza che sembrerebbe non avere più direzioni, sperduta fra ribellioni senza causa e rabbia repressa che ben presto si trasforma in atteggiamento nichilistico verso la societa. La medesima che convince il successivo Ken Park a spararsi in testa.
In American Beauty di Sam Mendes, invece, la sessualità puberale diventa oggetto del desiderio dell’adulto, forse ultima fonte di salvezza alla propria misera esistenza fatta di routine, mogli insoddisfatte, figlie depresse e masturbazioni sotto la doccia. A splendere scintillante nel sogno del protagonista Kevin Spacey, una seducente e conturbante Mena Suvari, nuda e ricoperta di rose.
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Nel cinema recente, non si può certamente prescindere da La vita di Adèle, in cui Abdellatif Kechice bracca la relazione d’amore che segna la vita dell’adolescente Adèle Exarchopoulos, più reale del reale tra gemiti, lacrime, sudore, saliva, sospiri e carezze. Minuti incontabili di sesso lesbo in cui i corpi si contorcono formando magnetiche figure geometriche fatte di carne e passione; il tutto, prima di piangere le lacrime amare di una giovinezza ormai sfuggita e andata via per sempre, con il nostalgico dolore che ne consegue.
Infine, tra quelli non citati da Taste, possiamo invocare Shortbus, l’orgia allegra e struggente di John Cameron Mitchell, oppure l'inquieta tenerezza che ammanta gli attimi dei teenager protagonisti di The man who loved Yngve, con un amore omosessuale mai consumato ma vibrante e infine destinato alla più struggente malinconia che scorre fra le note di Love Will Tear Us Apart dei Joy Division.
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