Gente in fila per ore e ore pur di riuscire ad entrare in sala; spettatori shockati che non riescono a trovare parole. Altri ancora, fuggiti dopo pochi minuti: ecco alcuni video sulle reazioni del pubblico dopo aver visto "L'esorcista" nel '73
Che film shock L’esorcista di William Friedkin, uscito nel 1973 e diventato immediatamente un fenomeno di massa, tra code interminabili davanti alle proiezioni (con gente che aspettava anche diverse ore pur di riuscire a entrare), svenimenti in sala e addirittura delle ambulanze appostate fuori in caso di svenimenti - infarti - e malori. Oggi, uno vede il film e può anche ridere, ma per capire l’accoglienza americana bisognerebbe forse calarsi in quegli anni turbolenti in cui negli States era decisamente facile condizionare gli spettatori con storie su diavoli e possessioni; basti pensare, ad esempio, che era il periodo della setta satanica guidata dal famigerato Charles Manson, che nel ’69 s'intrufolò nella villa di Roman Polanski per trucidarne la moglie incinta di 8 mesi. Erano anche gli anni di Anton LaVey e della sua Chiesa di Satana, che continuavano a guadagnarsi l’attenzione dei giornali più curiosi riguardo l'occulto. Insomma, l’atmosfera era certamente differente rispetto ad oggi: il diavolo era attuale, oggetto mediatico, macabra discussione quotidiana.
Immaginatevi, dunque, l’effetto di un’opera come L’esorcista, in cui ad essere posseduto dal demonio non è un balordo peccatore o un problematico di turno, bensì la più impensabile delle creature, una bambina innocente appartenente ad una famiglia benestante. La regia ansiosa di Friedkin e le sue trovate grafiche (tra vomiti verdi e teste che si girano a 360°) fanno il resto. Ora, grazie a dei filmati vintage scovati da AV Club, abbiamo finalmente delle autentiche testimonianze della reazione del pubblico di allora. Ecco gli spettatori che provano a descrivere l’esperienza appena usciti dalla sala, talvolta senza nemmeno riuscire a finire i loro discorsi per colpa del trauma; altri ancora, invece, hanno deciso di fuggire senza nemmeno terminare la proiezione, in quanto sopraffatti dall’intensità.
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Dei video, questi, che hanno immortalato l’impatto culturale del capolavoro di Friedkin, ancora oggi considerato tra gli horror più importanti della storia del cinema, tanto da continuare ad essere proiettato puntualmente come evento speciale nelle multisale. E possiamo assicurarvi che pure ora, ci sono persone travolte dai brividi anche solo a sentire le note di Tubular Bells, tema portante della pellicola composto da Mike Oldfield.
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