Dall'1 al 14 luglio presso Spazio Oberdan si potrà vedere il documentario "Hitchcock / Truffaut" di Kent Jones
Nell’estate del 1962 François Truffaut era un trentenne mentre Alfred Hitchcok aveva 63 anni. Per un’intera settimana i due rimasero a stretto contatto per parlare del cinema del maestro britannico e da quelle ore di conversazione nacque una delle più belle interviste di sempre che venne raccolta nel volume Il cinema secondo Hitchcock, una Bibbia per chiunque si occupi di settima arte.
Qualche mese fa è uscito un documentario che racconta quest’incontro, un film di Kent Jones che sarà riproposto a Milano presso Spazio Oberdan dall’1 al 14 luglio.
Hitchcock/Truffaut – Geni a confronto, così si chiama l’iniziativa organizzata da Fondazione Cineteca Italiana che vuole omaggiare due dei più grandi registi di sempre.
Il documentario di Kent Jones è davvero molto interessante perché contiene molti materiali inediti e in più presenta interviste a grandi cineasti come Martin Scorsese, David Fincher, Arnaud Desplechin, Wes Anderson, James Gray, Olivier Assayas, Richard Linklater, Peter Bogdanovich e Paul Schrader.
Oltre alle foto e alle registrazioni d’epoca è importante sottolineare che si lascia ampia spazio alla voce di Hitchock che in diverse occasioni spiega scene dei suoi film che vengono contemporaneamente viste dallo spettatore. Gli uccelli, La donna che visse due volte: questi sono solo due titoli che finiscono per essere oggetto di vere e proprie lezioni di cinema tenute dallo stesso regista.
Altro fattore da non sottovalutare è il fatto che Truffaut nasce come critico con i Cahiers du cinema e questo suo aspetto è assolutamente tangibile nelle sue parole e osservazioni.
A corredo del documentario sono in programma due film di Hitchcock (L’uomo che sapeva troppo, nella versione del 1934, Paura in palcoscenico) e due di Truffaut (I 400 colpi, L’uomo che amava le donne), testimonianze indiscutibili dell’arte cinematografica dei due registi.
[Leggi anche: I migliori film del maestro del brivido, Sir Alfred Hitchcock]
“Qui in America lo chiamate Hitch, da noi in Francia è Monsieur Hitchcock”: con queste parole il regista francese “rimproverava” l’America che aveva adottato il cineasta britannico senza mai capirne del tutto la grandezza. Con queste parole dimostrava tutta la sua stima ad un uomo che con i suoi film gli aveva letteralmente cambiato la vita.
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