Il regista Richard Glatzer ci lascia a 63 anni per complicazioni dovute a SLA. Assieme al marito Wash Westmoreland ha diretto "Still Alice", film che ha dato a Julianne Moore tutti i premi come Miglior Attrice della stagione americana
Il regista Richard Glatzer è morto a 63 anni per complicazioni dovute a SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica, rara patologia neurodegenerativa). Una scomparsa che ci colpisce particolarmente, in quanto il cineasta sembrava proprio trovarsi nel punto più alto della propria carriera: quest'anno ha infatti diretto, col marito Wash Westmoreland, uno dei film più apprezzati della stagione, Still Alice. Qui, Julianne Moore interpreta una professoressa di linguistica che deve affrontare la prova più dura della sua vita, l'alzheimer. La pellicola fu presentata in anteprima mondiale al Festival di Toronto lo scorso Settembre, e a seguire sono state recensioni per lo più positive da parte della critica internazionale. The Guardian ha parlato di “un film eccellente su un soggetto orribilmente duro”, mentre per Empire “Julianne Moore ha dato la miglior performance della sua carriera in questo film che spezza il cuore eppure abbraccia la vita”. I premi, ovviamente, sono piovuti, con la Moore che ha vinto praticamente tutti i possibili trofei come Miglior Attrice dell'anno, dagli Oscar ai Golden Globe, passando per i SAG e i BAFTA.
Nel corso della sua carriera, Glatzer ha contribuito a realizzare altre pellicole particolarmente note nel circuito indipendente, tra cui Quinceañera - Non è peccato, storia di una teenager latino-americana cacciata via da casa in quanto incinta. Presentato in anteprima al Sundance 2006, con questo film Glatzer e Westmoreland si portarono a casa sia il Gran Premio della Giuria che il Premio del pubblico; un successo poi confermato qualche mese dopo con un riconoscimento speciale agli Independent Spirit Awards. Non meno audaci e preziose erano due altre opere come The Fluffer (2003), sulle imprese di un giovane nel mondo del porno che impara il mestiere di scaldare per la scena (da qui il termina "fluffer", la cui traduzione lasciamo al lettore) i pornodivi di turno e The Last of Robin Hood (2013), con Kevin Kline, Susan Sarandon e Dakota Fanning, dedicato alla figura di Errol Flynn, leggendario attore del genere cinematografico d'avventura (fu Robin Hood con il regista Michael Curtiz), alle sue doti di amatore e seduttore perfino nell'ultima parte della sua vita.
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Dispiace dunque vedere troncata una carriera così relativamente giovane, così al centro del suo fiorire artistico, così densa di possibili potenzialità. Dichiara Westmoreland in un comunicato: “Sono devastato. Rich era la mia anima gemella, il mio collaboratore, il mio migliore amico e la mia vita. Vederlo battersi contro la SLA per 4 anni con così tanta grazia e coraggio ha ispirato me e tutti quelli che lo conoscevano. In questo momento difficile, mi consolo col fatto che abbia visto Still Alice girare per il mondo. Ha messo il suo cuore e la sua anima in quel film, e il fatto che abbia commosso così tante persone era per lui una gioia costante”.
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