Da "Shining" di Stanley Kubrick a "Psycho" di Alfred Hitchcock, ecco alcuni film stroncati dai critici cinematografici alla loro uscita nelle sale, ma oggi considerati degli autentici cult
François Truffaut raccomandò fortemente: “Non fidatevi dei critici cinematografici”. E con tutta probabilità aveva anche ragione, e basti sfogliarsi riviste – giornali – e siti di cinema a random per avere degli autentici attacchi di tachicardia, di quelli che fan venir voglia di cavarsi gli occhi e di spaccare la testa contro il muro. Se guardiamo alla storia del cinema, poi, le pellicole stroncate ingiustamente non si contano. Pensiamo ad esempio a uno dei massimi film di Alfred Hitchcock, ovvero il capolavoro Psycho: oggi nessun critico osererebbe svalutarlo (pena la perdita della sua reputazione), ma quando uscì nel 1960, diversi "esperti" storsero il naso. Che l'opera fosse risultata troppo shockante e avanti coi tempi rispetto gli standard estetici di allora? Meno male che ad aver applaudito il film fu il pubblico, convincendo la stampa a passare dalla sua parte.
E ci credereste che Shining di Stanley Kubrick fu assolutamente detestato quando arrivò nelle sale durante il 1980? Ad aver dato il via alla guerra, la bibbia del cinema Variety, che scrisse così: “Con tutto ciò su cui si potrebbe lavorare, Stanley Kubrick si è unito a Jack Nicholson per distruggere tutto ciò che c'era di spaventoso nel bestseller di Stephen King”. Come se non bastasse, la pellicola ricevette addirittura due candidature ai Razzies, gli anti-Oscar, citando Kubrick tra i peggiori registi dell'anno e Shelley Duvall tra le peggiori attrici.
Non se la cava meglio La morte corre sul fiume di Charles Laughton, oggi considerato un autentico classico. Eppure, nel 1955 i critici americani fecero praticamente a gara per affossarlo, complici gli spettatori che decisero d'ignorare le sale, facendo guadagnare una miseria alla produzione. Peccato, perché successivamente, Laughton avrebbe poi voluto trasporre un altro romanzo, Il nudo e il morto di Norman Mailer.
Ancora: tra i film migliori di Terry Gilliam, chiunque potrebbe facilmente citare Paura e delirio a Las Vegas. Ma non i critici alle prime proiezioni del 1998. Per il San Francisco Chronicle fu “deludente, insensato e ripetitivo”, mentre il grande Roger Ebert lo paragonò addirittura a una barzelletta. Ovviamente, poi, si sarebbero ricreduti tutti, o quasi.
[Leggi anche: Alcuni film oggi considerati cult che sono stati dei flop alla loro uscita nelle sale]
Cambiando continente, non sono esenti dalla condanna nemmeno i critici giapponesi. Nel 1954, infatti, usciva nelle sale nipponiche Godzilla di Ishiro Honda, che, come già sappiamo, avrebbe dato il via ad una delle saghe cinematografiche più longeve della storia. Ma se fosse dipeso dai giornalisti, il mitico kaiju sarebbe morto direttamente lì sul campo: di certo, con le loro recensioni ci hanno veramente provato, a ucciderlo. A cosa sarà dovuta l'accoglienza negativa? Con tutta probabilità, alle ferite ancora fresche dei danni causati da Hiroshima e Nagasaki: fare un film su un mostro nato da un esperimento nucleare, evidentemente, era parso di cattivo gusto.
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