Thermae Romae, l'essenza del Far East, un forte contatto col lontano oriente, così lontano che all'inizio ci sembra di non capirlo pienamente e come Lucius inarchiamo il sopracciglio, ma in fondo è un cinema che ha da insegnarci parecchio.
“Perché hanno delle zucchine in testa?” Si domanda l'architetto dell'antica Roma Lucius quando vede i codini sulle teste dei lottatori di sumo giapponesi del 2014.
Per chi non si fosse perso il primo, ma nemmeno il secondo ha già capito che il film in questione è Thermae Romae di Takeuchi Hideki, quel favoloso peplum comico (a giugno nelle sale grazie alla coraggiosa Tucker Film e girato in parte a Cinecittà), che nel 2012 è stato un successo favoloso tanto da essere proiettato ben due volte al Far East Film Festival e a piazzarsi al secondo posto nella classifica dei botteghini in Giappone. Quest'anno è stato presentato il sequel che sorprendentemente non delude affatto e riprendendo alcuni accenni del primo rielabora le formule e ammazza il pubblico dalle risate. Lucius per chi invece non lo sapesse è il protagonista dei due film, un architetto romano che tramite un passaggio segreto che trova in modi differenti nell'acqua dall'Antica Roma viene trasportato nel Giappone contemporaneo. Qui Lucius naturalmente si trova a contatto con un mondo completamente estraneo dal suo, un mondo per lui incomprensibile anche a livello di linguaggio e meccanismi più tecnici, ma è anche vero che questa realtà sarà alla base di molti spunti creativi che lui riporta nella Roma del suo tempo con delle bizzarre e a modo suo efficaci interpretazioni applicate alle terme romane che gli varranno poi il titolo di miglior architetto romano.
Al di là della comicità genuina e mai scontata dei due film, alle scenografie imponenti e alle migliaia di comparse che hanno il loro effetto, il film sembra in qualche modo rispecchiare ciò che si prova andando al Far East. Come Lucius grazie al passaggio spaziotemporale, noi al FEFF ogni anno veniamo in contatto con il lontano oriente, così lontano che all'inizio o a volte ci sembra di non capirlo pienamente, alcune delle loro tradizioni ci appaiono strane, però è anche vero che quel mondo sembra avere non poche influenze su di noi, basti pensare che la tecnologia di cui noi oggi godiamo proviene proprio dalle aziende giapponesi. Una metafora che forse lo stesso regista ha voluto mettere subito dopo la spettacolarità filmica, ma che di certo non passa inosservata. Dopo le molte risate è un film che lascia pensare e che insegna e ci mostra una verità che col suo potenziale cerca di abbattere tutte quelle frontiere che solitamente ci poniamo quando noi italiani veniamo in contatto con il mondo dell'estremo oriente, un mondo che a pensarci bene ha, con tutte le probabilità, qualcosa da insegnarci anche sul versante del cinema, soprattutto sul genere comico.
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