Attraverso un interessante video-saggio, James Hayes ha analizzato la versatilità delle inquadrature centrali partendo dai lavori di alcuni celebrati cineasti
Ogni inquadratura, ormai lo sappiamo, fa parte di una grammatica ben precisa, e il compito dei cineasti è proprio trovare di volta in volta degli usi espressivi sempre più differenti e personali. A proporci un interessante video-saggio, oggi, è James Hayes, che ha analizzato la versatilità delle inquadrature centrali (ovvero con il soggetto posizionato esattamente in mezzo al quadro) attraverso i lavori di alcuni celebrati cineasti.
Wes Anderson, ad esempio, è solito usare questo tipo di riprese per creare un mondo simmetrico, a suo modo bizzarro, e spesso con toni comici. Dal canto suo, Stanley Kubrick ha invece utilizzato il medesimo espediente per il motivo opposto, ovvero sottolineare la tensione con una perfetta composizione geometrica, e pensiamo ai corridoi dell'Overlook Hotel di Shining. Più pragmatica è invece la ragione dietro le inquadrature centrali di un cineasta come George Miller, che alla creazione di un particolare mood, predilige l'orientamento degli spettatori: in Mad Max: Fury Road accadono tantissime cose sullo sfondo, ma il regista vuole che i nostri occhi siano focalizzati sul protagonista interpretato da Tom Hardy, ed è per questo che lo ritroviamo più volte al centro del quadro.
Insomma, godetevi il filmato, e diteci se concordate con l'autore!
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