La 74. edizione dei Golden Globes è destinata a rimanere definitivamente nella storia dell'evento, non solo per il record raggiunto da "La La Land", ma anche e soprattutto per il memorabile discorso di Meryl Streep su Hollywood e Donald Trump
La 74. edizione dei Golden Globes è destinata a rimanere definitivamente nella storia dell'evento, non solo per il record raggiunto da La La Land di Damien Chazelle, che si è aggiudicato ben 7 premi contro i 5 ottenuti nel 1977 dal cult È nata una stella, ma anche e soprattutto per la memorabile performance di Meryl Streep, che invitata sul palco per ricevere il Cecil B DeMille Award non ha perso l’occasione di emozionare i presenti con un discorso incentrato su Hollywood e sul neopresidente Donald Trump.
La Streep ha infatti difeso l’aspetto multietnico dell’industria hollywoodiana dal razzismo dilagante, facendo notare come molti dei nomi più importanti del settore siano in realtà stranieri, che se allontanati dal paese si porterebbero via gran parte dell’intrattenimento, lasciando spazio televisivo al football o poco più. In seguito l’attrice si è rivolta direttamente a Donald Trump, attaccandolo per la sua imitazione di un reporter disabile. Un gesto irrispettoso che se proveniente da una personalità così di spicco, rischia di “ispirare” altre persone nella vita reale.
La risposta di Trump su Twitter non si è lasciata attendere:
"Meryl Streep è una delle attrici più sopravvalutate di Hollywood, non mi conosce ma mi ha attaccato ieri sera ai Golden Globes. È una lacché di Hillary che ha perso grosso"
Ecco il discorso completo di Meryl Streep, seguito dalla traduzione in italiano:
“Apparteniamo alla categoria più diffamata in America. Pensateci: Hollywood, stranieri, stampa. Cos’è Hollywood? Tante persone che arrivano da posti diversi: io sono nata e cresciuta in New Jersey, dove ho frequentato la scuola pubblica; Sarah Paulson è stata cresciuta da una madre single; Amy Adams è nata a Vicenza, in Italia, e Natalie Portman a Gerusalemme. Ruth Negga è nata in Etiopia e cresciuta in Irlanda, Ryan Gosling, come tutte le persone più gentili, è canadese, mentre Dev Patel è nato a Londra da due genitori di origini indiane nati in Kenya. Hollywood, dunque, è piena di stranieri, per cui se dovessero cacciarli via non avreste altro da guardare se non football. Quest’anno ci sono state tante performance importanti ma una in particolare mi ha colpito (e non in positivo): quella in cui la persona chiamata a sedersi nel posto più rispettato del nostro Paese ha fatto l’imitazione di un reporter disabile, una persona che non poteva difendersi. Non riesco a non pensarci perché non era in un film, ma era vita reale. Quando questo istinto ad umiliare viene da un potente, è come se si desse il permesso ad altre persone di fare lo stesso: la mancanza di rispetto porta mancanza di rispetto, la violenza genera altra violenza”
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