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Autore Andrea Chimento :: 21 Settembre 2014

Morten Tyldum, regista norvegese, ha vinto il premio del pubblico al Festival di Toronto con “The Imitation Game” e parte tra i favoriti alla corsa per gli Oscar

Morten Tyldum

Improvvisamente, l’occhio dei riflettori di Hollywood si è spostato verso un regista norvegese, Morten Tyldum, fino a pochi giorni fa un perfetto sconosciuto (o quasi). 
L’autore, classe 1967, ha vinto il premio del pubblico al Festival di Toronto con The Imitation Game, storia del matematico Alan Turing, interpretato da Benedict Cumberbatch (il primo a essere stato chiamato per il ruolo fu Leonardo DiCaprio, che rifiutò).
E’ lo stesso riconoscimento attribuito negli ultimi anni a pellicole come Il discorso del re (2010) di Tom Hooper o 12 anni schiavo (2013) di Steve McQueen, che successivamente hanno ottenuto anche il premio Oscar come miglior film. Se pensiamo, inoltre, che tra i produttori di The Imitation Game c’è Harvey Weinstein le possibilità di entrare nell’elenco dei candidati alla statuetta dell’Academy sono ancora più alte.
Un salto veramente enorme per Morten Tyldum, che esordì al lungometraggio nel 2003, dopo una carriera passata a lavorare per il piccolo schermo e, in particolare, per le serie televisive.
Il suo primo lavoro, Buddy, con protagonista un ventiquattrenne ebbe però già un più che discreto successo, vincendo diversi premi in alcune kermesse europee.
La sua carriera proseguì con Varg Veum (2008), un thriller tratto da un popolare romanzo di Gunnar Staalesen che gli diede ulteriore notorietà.
La svolta definitiva arrivò con la sua terza fatica, Headhunters (2011): un altro thriller ad alta tensione, ispirato questa volta a un romanzo di Jo Nesbø. Il film uscì negli Stati Uniti, dove ebbe un’accoglienza critica straordinaria (il 92% di recensioni positive, segnala il sito rottentomatoes.com) e si guadagnò anche una nomination per il miglior lungometraggio straniero ai Bafta Awards, gli Oscar del cinema britannico.
Dopo questo successo, l’America lo ha chiamato e The Imitation Game è il suo primo lavoro realizzato oltreoceano, ma per il futuro ha già in cantiere un’altra pellicola a stelle e strisce: Pattern Recognition, tratto da un romanzo di William Gibson.
Mancano ancora alcuni mesi prima di conoscere le candidature ai prossimi premi Oscar e le possibilità per The Imitation Game di entrare nelle nomination potrebbero ancora aumentare nelle prossime settimane.
Certo, non sarà facile perché la concorrenza è particolarmente agguerrita: tra i tanti papabili, si possono citare Foxcatcher di Bennet Miller, Boyhood di Richard Linklater, L’amore bugiardo di David Fincher e Inherent Vice di Paul Thomas Anderson. Ma a dicembre negli Stati Uniti usciranno anche altri due pezzi da novanta come Big Eyes di Tim Burton e American Sniper di Clint Eastwood. Insomma, i giurati dell’Academy avranno il loro (bel) lavoro da fare, ma intanto Morten Tyldum ha raccolto un’ampia serie di consensi e la sua presenza sul tappeto rosso del Dolby Theatre potrebbe diventare presto realtà.

 

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