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Autore Andrea Chimento :: 29 Maggio 2015

Gaspar Noé ha presentato al Festival di Cannes 2015 l’attesissimo "Love", uno dei titoli più chiacchierati della kermesse

Love

Alla fine se ne parla sempre (troppo): ogni volta che realizza un film, Gaspar Noé si fa pubblicità, fa chiacchierare e discutere, si fa amare e odiare.
Regista controverso e da sempre desideroso di scandalizzare a tutti i costi, l’argentino ha da poco presentato a Cannes il suo quarto lungometraggio, Love, che è stato inserito fuori concorso.
Annunciato come il primo film con delle “eiaculazioni in 3D”, Love ha sfruttato perfettamente il volgare battage pubblicitario che l’ha accompagnato prima della presentazione e, nel bene e (soprattutto) nel male, è stato tra i principali eventi della kermesse francese di quest’anno.
La prima proiezione di mezzanotte ha registrato una coda record di mezzo chilometro, innumerevoli esclusi e giornali di mezzo mondo che il giorno dopo hanno parlato del film: un “porno d’autore”, tra musica classica e amplessi continui, osannato da pochi e disprezzato da tanti. Per le risate, siamo pronti a scommetterci, dello stesso Noé che, in ogni caso, ha centrato ancora una volta il suo obiettivo.

[Leggi anche: V.M. 18: Il porno ritorna a Cannes con "Love" di Gaspar Noé: ecco il suo ultimo poster]

Nato a Buenos Aires nel 1963, Noé ha esordito al lungometraggio con Seul contre tous (1998), sequel di un suo precedente mediometraggio intitolato Carne, incentrato attorno a un vendicativo macellaio e alle sue fantasie incestuose nei confronti della figlia.
Vincitore del premio principale alla Settimana della Critica di Cannes, il film è stato il lasciapassare per l’inserimento di Noé nei fedelissimi di un Festival attento a non lasciarselo scappare, visto il risalto mediatico che il suo nome porta alla manifestazione.
Con il successivo Irréversible (2002) è stato inserito per la prima volta in concorso e ha fatto parlare di sé grazie a una lunga sequenza in cui viene stuprata una diva come Monica Bellucci.
Altro Festival di Cannes (il 2009) e altro film: Enter the Void, da lui definito un melodramma psichedelico. Noé sperimenta qui con la soggettiva, parla della vita dopo la morte e della reincarnazione… in termini che hanno fatto gridare molti all’immoralità, mentre altri hanno urlato al capolavoro.
Col tempo, forse, sarà così anche per Love.
Tutto ciò in attesa di scoprire quali saranno le prossime provocazioni di Gaspar Noé, regista che continuerà a cercare di shockare, scandalizzare, suscitare reazioni estreme. 
E, forse, anche continuare a prenderci in giro.  

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