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Autore Fiaba Di Martino :: 6 Maggio 2015
Locandina di Cake

Recensione di Cake di Daniel Barnz: Un dramma lievemente trattenuto che interseca due tragedie, con una brava Jennifer Aniston

Non succede apparentemente nulla di rilevante nell’ora e mezza di Cake. Assistiamo al quotidiano, frenato da scopo e continuità, di Claire, immobile nel proprio lutto mentre scorge la vita scorrere in silenzio una giornata dopo l’altra, nel freno emotivo che la blocca, che la porta a stendere una cortina di ferro tra lei e l’ex marito, la psicologa, la dottoressa, tirando faticosamente avanti tra passivo sesso occasionale e pillole anestetizzanti. L’unica a rimanerle accanto è la domestica (Adriana Barraza, sempre magnifica), insieme alle continue visioni che la scuotono brevemente dall’apatia.

Cake raggiunge talvolta una congiunzione con il reale che fa scaturire rapidi brividi di verità, pur incespicando in qualche forzatura narrativa funzionale all'interrelazione del personaggio con l'esterno, come l'amicizia con Roy, marito di una ragazza suicida verso la quale Claire sviluppa una curiosità ossessiva che le permette di allontanarsi da se stessa; due “rapporti” che nella seconda parte scrollano un po’ il film e ci focalizzano bene sulla personalità della donna, franta tra la pulsione di morte che si presenta a vampate nei flash immaginari del salto nel vuoto, e la spinta recalcitrante al proseguimento, puro istinto di autoconservazione in una sopravvivenza scarna e trascinata come un macigno silente e sommesso. Almeno fino a quando l’impulso diventa presa di coscienza quasi lieve e sorprendente per lei stessa, una semplice volontà di ripartire a cui si arriva senza sentenze di speranza, crismi, scene madri o pentimenti catartici. Anche il dolore, in Cake è soprattutto il carico fisico, la fatica delle cicatrici, la corazza dura e respingente che le si è radicata addosso; una forma di rappresentazione pudica, scevra da arricchimenti invadenti, soltanto un tono di desolata pacatezza.

[Leggi anche: "Come ammazzare il capo 2": Jennifer Aniston in forte imbarazzo per alcune scene]

Barnz, regista discontinuo (ancora ricordiamo il bellissimo Phoebe in Wonderland, ma che dire di Beastly?) interseca due tragedie annaspando a tratti nel cercare di tenerne bilanciati i multipli fili, e così dove Cake mostra il fianco è nello sfilacciamento dei pochi rapporti sfuggenti ma determinanti per Claire, a volte troppo riversi nella propria simbologia (il fantasma di Nina, la ragazza del finale). Ma si riscatta soprattutto nel bellissimo finale, che contiene in sé la direzione della pellicola tutta, nella sua delicatezza semplice e immediatamente coraggiosa.

Trailer di Cake

Voto della redazione: 

3

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