Ritratto di Camilla Maccaferri
Autore Camilla Maccaferri :: 14 Dicembre 2014
Locandina di St. Vincent

Recensione di St. Vincent con Bill Murray. Commedia agrodolce su una strana coppia di vicini di casa, con un Murray in buona forma e un'esilarante Naomi Watts

Bill Murray, immutabile maschera melanconica e stralunata del cinema contemporaneo, si sa, è quasi una garanzia di sicurezza. Anche laddove i titoli che lo vedono nel cast non risplendano (pensiamo al recente e fiacco The Monuments Men dell’amico George Clooney), la sua malmostosa presenza contribuisce coi suoi grugniti a risollevare il tono generale, conferendo un tocco surreale e misantropico a tutto quello che tocca.

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Lo stesso è per questo St. Vincent, commedia che sarebbe rimasta nel territorio del neutro, non fosse stato per il suo protagonista, deliziosamente asociale, musone, antipatico e politicamente scorretto, che regala più di una risata e più di un sorriso amaro con il suo velenoso sarcasmo.

Maggie (Melissa McCarthy) si trasferisce a Brooklyn con il figlio Oliver (Jaeden Lieberher), dopo la brusca separazione da un marito fedifrago. L’incontro con l’irritabile vicino di casa Vincent (Murray), detto Vin, è traumatico, ma, vinte le prime ritrosie, l’uomo si offrirà di badare al ragazzino dietro compenso. Ben presto diverrà il suo mentore, iniziandolo alle meraviglie del gioco d’azzardo e insegnandogli a difendersi dai bulli.

Nulla di originale, insomma, ma, intorno al tenero e insieme ruvido rapporto tra il fragile e intelligente Oliver e l’alcolista fallito Vincent, si intrecciano temi delicati, anche di un certo spessore: l’amore di Vincent per la moglie (Donna Mitchell), da tempo malata di Alzheimer, che non lo riconosce, le difficoltà di una donna sola a conciliare lavoro e ruolo materno nella frenetica società contemporanea, l’isolamento e l’incuria che uno stato depressivo prolungato possono portare, il dramma della malattia e la difficoltà del recupero fisico.

Qualche pecca di retorica, specie sul finale, ma nell’insieme una commedia agrodolce gradevolissima, grazie anche al parco di interpreti: una Melissa McCarthy stranamente misurata e poco fastidiosa, Chris O’Dowd nei panni di un vivace prete-insegnante e, soprattutto, una strepitosa Naomi Watts, divertentissima prostituta dall’irresistibile accento sovietico che si auto-proclama badante di Vincent.

Ma gli occhi sono tutti per Murray, spigoloso e ispido come lui solo sa essere, lingua tagliente più che mai (“non so se hai notato che sono piccolo di statura”, gli dice il piccolo Oliver per giustificare la sua debolezza nei confronti dei bulli. “E allora?” replica Vin, “anche Hitler lo era”), sociopatico, brontolone, beone, volgare eppure al contempo dolce e irresistibile. Il babysitter che tutti avremmo voluto avere.

[LEGGI ANCHE: Trailer: St. Vincent, con Bill Murray e Melissa McCarthy]

Colonna sonora impreziosita da brani come Somebody to Love dei Jefferson Airplane e una chiusura divertente e divertita sulle note di Shelter from the Storm di Bob Dylan, sovra-incisa dalla voce roca e tremolante di Murray.

Trailer di St. Vincent

Voto della redazione: 

3

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