"Nymphomaniac" di Lars von Trier: arriva al cinema col secondo capitolo. Ecco il viaggio nella sua discussa campagna di comunicazione.
Arriva al cinema, dal 24 aprile, Nymphomaniac volume 2, ultimo capitolo del film di Lars von Trier sulla storia della ninfomane Joe. Un ruolo importante ha avuto la campagna di comunicazione di questo film discusso sia per la trama che per la natura provocatoria del regista e del sua cinema. Sesso e provocazione due veicoli delicati per la comunicazione al fine di creare aspettative nel pubblico. Vediamo come.
LARS E UN PORNO (?) TUTTO SUO – C'è da fare una precisazione prima di addentrarci nel viaggio alla scoperta della comunicazione di Nymphomaniac. È chiaro che un film che parli di una ninfomane e che prometta scene esplicite è già un candidato ideale all'attenzione elevata. Perché i temi sono forti, da tabù, ed è legge più o meno non scritta che il sesso venda e richiami attenzione. A ciò va aggiunto che Nymphomaniac è un film di Lars von Trier e in questo caso il regista travalica il richiamo anche dell'ottimo cast: Charlotte Gainsbourg, Shia LaBoeuf, Stacy Martin, Stellan Skarsgard, Uma Thurman, Christian Slater e tanti altri. Nymphomaniac è "posizionato" prima di tutto come un film di von Trier. Il regista nella comunità cinefila è amato o odiato ma è impossibile non conoscerlo. La sfida per la comunicazione, molto probabilmente, è stata quella di creare aspettative anche nel pubblico non cinefilo, che non conosce von Trier, portarlo al cinema sfruttando la provocazione e il chiacchiericcio sul fatto che sia o no un porno d'autore. Cosa che post visione del film possiamo dire che non è.
DAL VISUAL AL VIRAL – Per una classificazione veloce potremmo individuare due tipi di azioni di comunicazione per Nymphomaniac: quella diretta che riguarda la strategia in sé, programmata, e quella indiretta: una serie di azioni che, volenti o nolenti, hanno portato l'attenzione sul film. Nel primo caso l'azione di "Advertising" del film si è sviluppata sul piano audiovisivo. Sono stati diffusi, più o meno come in molti film di richiamo, una serie di teaser video prima e trailer poi che man mano svelavano il design del film, i protagonisti, tutto per preparare poi all'uscita del trailer vietato ai minori che ha destato scandalo ed un marea di click nelle ricerche. Il trailer contiene alcune delle scene molto hot dai due film. Dove però c'è stato il lavoro più originale è stato sulla campagna di affissioni, nelle locandine affidate ai designer danesi Phillip Einstein Lipski e Maria Biilmann. Il primo approccio è stato quello minimale, illustrazioni con contrasti di bianco e nero netto e dei disegni evocativi del sesso nel film fatti con segni essenziali, come due parentesi ravvicinate che evocano una vagina e il testo si riferisce solo a titolo e regista. Ha fatto il giro del mondo invece la locandina (vedi foto) con il mosaico dei volti dei protagonisti impegnate in un orgasmo sessuale. Anche questa locandina evoca il sesso pur se in modo non minimale ma iperreale e l'impatto forte è indubbio. La sua forza è misurata anche nella viralità ottenuta dalla foto: i critici danesi hanno parodiato la locandina di Nymphomaniac per promuovere i Bodil Awards, gli Oscar danesi. Anche in Italia c'è stata una parodia, la faccia "orgasmica" è stata ripresa dal cast del film Smetto quando voglio per festeggiare l'incasso del primo weekend di programmazione.
PERSONA NON GRATA – Come dicevamo il primo grande testimonial (in senso pubblicitario) del film è Lars von Trier e durante il periodo di uscita del film nel mondo non sono mancate sue provocazioni che indirettamente hanno portato l'attenzione sul film. All'ultimo festival di Berlino il regista si è presentato con una maglietta "attirafoto" e notizie, stampato sulla t-shirt vi era scritto «persona non grata» il riferimento era all'espressione usata contro di lui a Cannes, nel 2011, quando il cineasta fece delle battute su Hitler che non furono affatto gradite. Dopo il photocall di Nymphomaniac, von Trier, non ha risposto ai giornalisti. In quell'occasione a rinforzare l'azione mediatica ci pensò anche Shia LaBeouf che si alzò di botto durante la conferenza e l'abbandonò citando l'ex calciatore Cantonà. Al red carpet del film, l'attore si presentò con un sacchetto in testa con scritto «non sono più famoso». Provocazioni ad arte o no, quel giorno a Berlino si parlò quasi esclusivamente di von Trier.
DATECI UN TAGLIO – Parliamo di un altro meccanismo non scritto che funziona sempre: censurare o vietare qualsiasi cosa generà sempre pubblicità. Per le scene di sesso esplicito era abbastanza chiaro che la censura avrebbe posto il suo veto. In Italia, il divieto è ai minori di 14 anni per il primo volume, e di 18 anni per il secondo. Nymphomaniac in patria danese è uscito a Natale 2013 nella versione di 4 ore e una integrale di 5 ore e mezza. Ogni paese ha deciso l'uscita in base alle proprie regola di censura e von Trier ha approvato la versione tagliata in uscita in Italia che è arrivata in due volumi di circa 2 ore ciascuno (3 aprile il volume 1, 24 aprile il secondo). Proprio questo, almeno nel Belpaese, è stato il punto che ha ancora fatto parlare del film. Fino a pochi mesi dell'uscita nessun distributore aveva preso il film. Le cause del rifiuto si presume possano essere diverse: la lunghezza del film, la natura hot delle immagini e il conseguente divieto della censura che avrebbe tolto pubblico al film. A fronte di ciò è stata organizzata una petizione (strumento di comunicazione di per sé) per avere il film in Italia. Ha raccolto quasi 3 mila firme prima di metà febbraio quando arrivò l'annuncio di Good Films come distributore del film di von Trier. Da un punto di vista d'incassi, considerato le 130-140 copie con le quali è stato distribuito e concorrenti come Divergent e Capitan America, Nymphomaniac vol. 1 non è partito male. Una valutazione più ampia sul box office comunque la si potrà dare coi primi dati del secondo volume. Da un punto di vista di comunicazione, invece, Nymphomaniac si ricorderà.
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