Stefano Cacciani, 38 anni, laureato a Bologna in Filosofia con master in Scienze dello Spettacolo, formazione “situazionista”: giornalista professionista dal 2008, già anchorman in telegiornali e trasmissioni di approfondimento per televisioni private dell’Emilia-Romagna, da sempre appassionato di cinema e collaboratore con riviste di spettacolo, un tempo impiegato all’interno di una società bolognese per l’organizzazione di festival dedicati alla settima arte. Tra i ricordi più vivi, pescando nei tanti anni di frequentazione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, una serata passata al blackjack, nel Casinò del Lido quando ancora esisteva, a fianco di un Robert Altman piuttosto su di giri e in gran forma sul tavolo verde, capace di totalizzare un numero incredibile di 21 e di farmi vincere parecchio, oppure le notti in cui Quentin Tarantino, ospite della rassegna sul cinema di genere italiano, presentava le pellicole portate dalla propria collezione privata direttamente in bobina, con lancio finale di microfono dal palco. Tra le difficoltà di giudizio ludico-assiologico più frequenti, il saper rispondere alla classica domanda “quali sono i tuoi film preferiti?”: troppi, troppo diversi, troppo amati per stilare una classifica sensata; di sicuro, alla base, un’ammirazione incondizionata per quei cineasti capaci di giocare con le immagini, di dominare la macchina da presa e di spingersi oltre i codici del linguaggio.
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