Avete presente i film e le serie TV in cui i protagonisti viaggiano nel tempo? Parliamo di Marty McFly, di Doc, ma non solo. Ecco 5 esempi eclatanti
Qualcuno diceva che il cinema può tutto e tu, di fronte alla meraviglia, sei un bambino che guarda una lanterna magica. Ecco perché, senza scomodare Edgar Morin, André Bazin, Truffaut stesso e i grandi teorici, la macchina incantata non è in grado solo di fabbricare l’amore, la morte e lo humor nero, ma può anche farti spostare in orizzonti spazio-temporali che non conoscevi. Ecco che, tra generi e sottogeneri, tra i noir, i drammi psicologici e le screwball, possiamo trovare anche il filone dei protagonisti che viaggiano nel tempo e si riscoprono nuovi grazie a un contesto completamente diverso, a tratti straniante, a tratti assurdo, a tratti poetico. Dal 1955 alternativo di Marty McFly, con un 1985 meraviglioso, sognato e immaginato (quello in cui “il plutonio lo compri nella drogheria sotto casa”) alla Belle Epoque nostalgica, culturalmente sfavillante e straziante di Midnight in Paris fino alla mission del professore Jake Epping che torna indietro negli anni ’60 solo per salvare Kennedy. Ecco cinque film o serie che ti portano indietro, ti portano avanti e ipotizzano un prima e dopo (de)mitizzato e creativo.
1- RITORNO AL FUTURO (1985): il cult dei viaggi nel tempo. Zemeckis firma una trilogia cervellotica, fiabesca e geniale, in cui i protagonisti Marty e Doc, un diciassettenne e uno scienziato, scoprono sé stessi. Prima tra i gloriosi anni ’50 delle gonne a ruote e del pre-Levis Strauss e Calvin Klein; poi in un futuro tra macchine volanti, monopattini aerei e combustibile a rifiuti organici; infine nel vecchio West dove, alla fine, tutto è uguale, tutto ritorna, tutto è nuovo perché la Storia è universale ed è fatta di meccanismi che trascendono le epoche.
2- LOST (2004-2010): macchinoso, filosofico, teologico, teleologico, oscuro, vibrante. E non potevano mancare il 1977, la scienza, la fede, il tempo. Locke (ricordate?) può spostare l’isola per salvarla, da quando riceve la bussola da Richard nel 1954. Il 1977 è un secondo centro gravitazionale dove i misteri e le domande si affollano. Complessissimo durante la visione, alla fine molto meno di quello che sembrava. Faraday spiega il relativismo e i viaggi nel tempo ai superstiti, a cui racconta di poter cambiare il destino di tutti facendo esplodere una bomba.
3- MIDNIGHT IN PARIS (2011): il viaggio dello scrittore Gil è tra surrealismo, piacere, dolore, mito e fiaba. Indietro nel tempo in una Parigi romantica e incantata, l’alter ego di Woody Allen riscopre sé stesso parlando con Hemingway e Francis Scott Fitzgerald. L’insegnamento di Woody, come sempre, vale oro: ogni epoca passata appare splendida e nostalgica (soprattutto da un punto di vista culturale) solo perché non c’è più e l’ideale perfetto che si scontra con la realtà provoca sempre rivoli di delusione. L’epoca degli Impressionisti, di Toulouse Lautrec, era riflessivamente frustrata e sognava gli splendori precedenti. E così via, in una spirale di scontentezza diacronica.
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4- DONNIE DARKO (2001): un ragazzo, un coniglio e dei salti quasi allucinogeni. Una rivisitazione (prima sottovalutata, poi cult) di Alice in Wonderland con Jake Gyllenhaal “ragazzo speciale” che vede il futuro. La schizofrenia, la morte, la visionarietà di questo ragazzo hanno portato questo gioiello dalla nicchia al mainstream. Il viaggio non è solo temporale ma anche, e a livello ancora più prezioso, mentale.
5- 11.22.63 (2016): tratto dal romanzo di Stephen King. È Jake Epping, professore di letteratura inglese, a viaggiare nel tempo (negli anni ’60 in technicolor tra colori senape, cipria e celesti e tra immensi campi di pannocchie) alla ricerca di un riscatto per l’assassinio di Kennedy. Un progetto ambizioso che diventa, inavvertitamente, la più assoluta delle storie d'amore. Perché Jake (George Amberson nel passato) entrando nella buca del coniglio non aveva capito proprio tutto.
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