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Autore Simona Carradori :: 3 Settembre 2016

Dall'immancabile hacker che entra nei sistemi governativi alla velocità di un viaggio nell'iperspazio fino all'infame avvocato di turno che "punta tutto sull'infermità mentale". Ecco alcuni esempi di come il cinema può distorcere la realtà

Hacker

Il cinema è sempre stato un ottimo mezzo per mostrare il mondo che ci circonda. Uno strumento in grado di riprodurre fedelmente luoghi o situazioni che altrimenti potremmo solo immaginare; un medium che ci permette di dare uno sguardo a realtà lontane, culture o stili di vita differenti, senza dover necessariamente vendere organi al mercato nero per girare di paese in paese. Insomma, il grande schermo quando vuole sa essere uno dei migliori alleati del realismo.

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Ma come ogni Dr. Jekyll ha il suo Mr. Hyde e ogni dimensione ha il suo "upside down" (piccola citazione), anche il cinema a volte sa essere davvero infido, tanto da mostrare in contesti del tutto reali delle piccole forzature o alterazioni che per errore o utilità scenica sono diventate col tempo una consuetudine, la normalità filmica, una sorta di luogo comune cinematografico. In sostanza il grande schermo può ingannare il pubblico, che spesso si trova a rivedere quello stesso dettaglio in così tante pellicole da arrivare a credere che sia la verità.

Silenziatori che fanno silenzio

Chi si aspetterebbe di vedere una scena al cinema in cui il gangster o criminale di turno arriva tronfio e impettito dal suo nemico, si arma di pistola con silenziatore e quando spara fa un casino? Eppure la realtà è questa. Il leggerissimo suono simil-pistola laser che sentiamo nei film è solo finzione, in verità i silenziatori riescono ad attenuare il rumore di uno sparo dai 140/160 decibel fino ai 120/130. Niente di che, davvero. Ricordatevelo se pensate di panificare un omicidio.

Giubbotti antiproiettile a prova di cataclisma e piogge di pallottole

Per rimanere in tema di armi, quanti personaggi abbiamo visto sopravvivere a intere raffiche sparate da mitra o fucili automatici tipo AK-47 semplicemente indossando un giubbotto antiproiettile? Io una marea. Mettiamo le cose in chiaro: l'armatura è in grado di non far passare la pallottola - se si ha la fortuna di essere crivellati da proiettili con un calibro e una velocità non superiori al livello di protezione del giubbotto che si ha indosso - ma l'impatto si sente eccome! Chiaramente con una manciata di colpi i risultati possono essere svariati ematomi o qualche costola rotta, ma una raffica di proiettili sparati da un mitra? No way.

Punta tutto sull'infermità mentale

E ora parliamo di infermità mentale. Perché al cinema, quando tu hai ammazzato il tuo vicino, sua moglie, i suoi figli, la nonna, il nonno e il cane, ad un certo punto - potendoti permettere l'avvocato più infame e pagato del paese - lo sentirai dire: "Puntiamo tutto sull'infermità mentale". E allora iniziano le arringhe da standing ovation in cui l'infame sopracitato cercherà di convincere la corte delle tue svariate malattie mentali, tirando fuori episodi come la morte del tuo criceto che tanto ti traumatizzò a 5 anni e 27 giorni. Ovviamente anche qui Hollywood non ha capito niente. Nella realtà, dal momento in cui ci dovesse essere il sospetto di una qualche patologia psichiatrica, il caso diventerebbe subito competenza degli psicologi, che dopo test, sedute e colloqui stabiliranno se si tratti effettivamente di infermità mentale. Quando vi prenderanno perché il vostro silenziatore di cui sopra farà più rumore del previsto, puntate tutto sulla simpatia. È meglio.

Se resti immobile non ti vede, anche se ti sta di fronte

Ok, questa è in assoluto la svista cinematografica più pericolosa per l'incolumità dello spettatore. Avete presente quando nel film Jurassic Park, per evitare di essere mangiati dal T-Rex, i protagonisti usano la tecnica del "se rimani fermo e immobile anche se ti sta fissando dalla distanza di 20 centimetri non ti vedrà"? Niente di più sbagliato. Studi condotti all'università dell'Oregon hanno rivelato che il T-Rex possedeva una sviluppatissima vista acuta (13 volte superiore alla nostra), in grado di percepire senza alcun problema i soggetti fermi, a differenza di quanto mostrato nel film, in cui viene fatto riferimento ad una vista basata sul movimento. Un errore non da poco, considerando quante vite in tutto il mondo sono state messe a rischio.

Hacker che superano la velocità della luce e tasti che zoommano in 4K su foto sgranatissime

L'informatica non è per tutti, figuriamoci l'hacking. Perchè passare giornate intere a cercare di entrare in un sistema tentando di decriptare password con algoritmi assurdamente noiosi, quando è sufficiente iniziare a premere la tastiera alla velocità con cui si viaggia nell'iperspazio esclamando "sono dentro" come rafforzativo? Non si capisce perchè gli smanettoni debbano sempre perdere tempo prezioso; un po' come quelli che non hanno mai trovato il tasto "zoom" del pc, l'utilissima invenzione di casa Hollywood che mostra in 4K il dettaglio sullo sfondo di un fotogramma preso dalla videocamera di sorveglianza comprata all'Eurospin (quella finta).

Cloroformio che ti stende alla velocità con cui gli hacker entrano nel sistema informatico dell'FBI

Poco tempo fa ho rivisto It Follows, e durante la scena in cui i due sono in macchina dopo essersi passati infezioni mortali, ho contato quanti secondi impiega la protagonista a perdere i sensi con un fazzoletto imbevuto di cloroformio in faccia. Dodici secondi, dodici. In realtà è molto più della media usata solitamente nel cinema, ma è in ogni caso un arco di tempo irrisorio se paragonato a quanto effettivamente si impiegherebbe, cioè intorno ai 3 minuti. Sia chiaro, It Follows è comunque un film meraviglioso.

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